Il 22 novembre scorso, è stato depositato presso il Consiglio regionale della Regione Lombardia il progetto di legge n.380, che propone, per la prima volta in Italia, una assistenza veterinaria di base gratuita – erogata dalle strutture veterinarie private convenzionate con Regione Lombardia – per la cura degli animali d’affezione i cui proprietari rientrano in una fascia socio-economica debole, nonchè per gli animali adottati da canili sanitari, colonie feline o strutture rifugio.
Tra le prestazioni di assistenza veterinaria di base rientrerebbero:
– le visite veterinarie pre-adozione di animali d’affezione;
– l’inoculazione del microchip e la contestuale registrazione in Anagrafe regionale degli animali d’affezione;
– la sterilizzazione dei soggetti femmina;
– le vaccinazioni veterinarie;
– il primo soccorso veterinario in seguito a incidenti, con particolare riguardo a incidenti stradali e il primo intervento veterinario in caso di intossicazione, avvelenamento, ecc;
– la soppressione eutanasica e le modalità di smaltimento della carcassa, in conformità alle normative vigenti.
L’idea, comunque, non è nuova. Il 16 marzo 2013, infatti, Michela Vittoria Brambilla depositò alla Camera dei Deputati il progetto di legge n.315 che prevedeva l’ “Istituzione del Servizio sanitario veterinario mutualistico per la cura degli animali d’affezione”che avrebbe riguardato: i cani e i gatti i cui proprietari, per motivi di reddito, risultano già esenti dal pagamento delle spese del Servizio sanitario nazionale; i cani e i gatti ospitati in strutture gestite da organizzazioni di volontariato senza scopo di lucro e da organizzazioni non lucrative di utilità sociale; i cosiddetti «cani di quartiere»; i cani e i gatti impiegati nella pet therapy e i gatti delle colonie feline.
Ma al di là della paternità dell’idea, l’importante è che si moltiplichio le iniziative per Servizio sanitario veterinario mutualistico, perchè il tema della gratuità dell’assistenza veterinaria per le fasce sociali deboli è una questione che andrebbe affrontata e risolta: si eviterebbero abbandoni e morti strazianti di animali non curati, ma anche privazioni e rinuncie per il proprietario che impiega magari una parte importante della propria pensione per di curare quello che, a volte, è l’unico affetto della vita.
Costi? Sembra del tutto abbordabili: il progetto di legge lombardo indica in 100.000,00 euro annui la copertura finanziaria per l’attuazione dell’assistenza sanitaria veterinaria di base.