Dopo Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e un gran numero di comuni, anche il Veneto si è finalmente adeguato alle norme comunitarie in materia di seppellimento degli animali domestici nei giardini e terreni privati, finora disciplinati dalla circolare n.203504 emanata il 12 maggio 2014 dalla Sezione veterinaria regionale. Con lo stesso provvedimento, che verrà pubblicato tra qualche giorno sul BUR, la Giunta veneta ha anche normato la realizzazione dei cimiteri per animali, che in alcune regioni e città italiane sono una realtà da più di quindici anni.
Per i privati, il seppellimento delle spoglie del proprio animale domestico è una prassi molto seguita, sia per ragioni affettive (c’è un luogo fisico in cui riposa un proprio affetto), sia per motivi economici (la sepoltura è meno dispendiosa di una cremazione). Bene, quindi, che anche il Veneto abbia la propria disciplina in materia.
Ovviamente, non si tratta di una liberalizzazione senza regole, perchè l’interramento potrà essere praticato solo in asenza di malattie infettive, circostanza che costringerà al ricorso alla cremazione collettiva o individuale negli appositi stabilimenti.
Dalla possibilità del seppellimento sono naturalmente esclusi i circuiti commerciali, i canili e i rifugi per cani.
A onor del vero, sul fronte del delicato tema del “post-mortem”, APACA, due anni fa, ha fatto una scelta precisa: i corpi dei cani che muoiono in rifugio vengono donati alla didattica e alla ricerca. Si tratta di una scelta coerente con le finalità animaliste e solidali che APACA persegue, perchè la cessione delle spoglie al Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università degli Studi di Padova è un atto di responsabilità sotto molti aspetti: risponde ai principi della bioetica, contribuisce a creare alternative concrete alla vivisezione, è un gesto di solidarietà verso il mondo animale.