Le Associazioni protezionistiche bellunesi – Lega Antivivisezione-LAV sezione di Belluno, Associazione APACA OdV, Associazione S.Francesco, Organizzazione Internazionale Protezione Animali OIPA sezione di Belluno, Associazione I Mici Dolomitici, Associazione Ciotole Piene Pance Felici sezione di Belluno – hanno chiesto al direttore generale dell’Ulss Dolomiti un confronto per capire quanto successo a Daisy, ma anche per definire strategie comuni, accertare la disponibilità di risorse e individuare accordi e progetti che possano migliorare il livello di salvaguardia dei soggetti più deboli e meno tutelati in assoluto, gli animali.
La premessa è che il ruolo istituzionale dell’ULSS 1 Dolomiti è e resta fondamentale nelle politiche di tutela e salvaguardia del patrimonio animale ed i servizi erogati sono irrinunciabili: in questo senso, la figura del veterinario pubblico deve rimanere centrale nell’azione di salvaguardia del diritto alla salute degli animali, a cui una società civile non può rinunciare. Compito delle istituzioni è, pertanto, quello di valorizzare questa figura e anche i servizi di tutela che i veterinari pubblici sono chiamati ad assicurare nell’ambito della salute delle persone e degli animali, compresa la gestione efficace e decorosa del canile sanitario provinciale. Sul piano operativo, le Associazioni, il mondo del volontariato non associato e i cittadini interessati e sensibili alle condizioni del benessere animale ritengono perciò:
– che degli animali in cattive condizioni fisiche che pervengano al canile sanitario o siano segnalati al Servizio Veterinario debba essere accertato sempre lo stato di salute e garantita, se del caso, una custodia sorvegliata anche presso strutture pubbliche o convenzionate;
– che le unità operative del Servizio veterinario dislocate sul territorio siano dotate di attrezzatura diagnostica minima (radiologico, ecografo, analisi) che permetta il pronto soccorso e la stabilizzazione di animali feriti ovvero che, in alternativa, siano stipulate idonee convenzioni con veterinari del settore privato
– che il veterinario pubblico sia incentivato operativamente e funzionalmente ad esercitare le sue funzioni di Ufficiale di polizia giudiziaria, compreso l’adempimento agli obblighi di cui agli artt. 55 e 57 del Codice di Procedura Penale
– che sia favorita la collaborazione dei veterinari pubblici con le associazioni protezionistiche, così come previsto dalla Legge Regionale 60/93 che impegna le ASL, in collaborazione con le amministrazioni a promuovere iniziative rivolte a favorire la giusta convivenza tra uomo, animali e natura
– che il canile sanitario adotti un codice di buone pratiche per accertare l’idoneità all’adozione degli aspiranti adottanti, così come il permanere delle condizioni di benessere del cane dopo l’adozione, avvalendosi anche della collaborazione delle Associazioni che dispongano di adeguata esperienza e corrette procedure
– che il canile sanitario provveda ad assicurare la disponibilità di medici veterinari esperti in comportamento animale in grado di indirizzare in modo corretto l’attività di rieducazione e recupero del cane
– che siano favorite lo sviluppo di competenze e l’interdisciplinarietà tra i dipartimenti di psichiatria e veterinaria dell’ULSS Dolomiti e i servizi sociali dei comuni per affrontare il fenomeno, sempre più diffuso, dell’accumulo di animali, di cui si rendono protagoniste soprattutto persone anziane in stato di disagio
– che in qualsiasi progetto che abbia ad oggetto la violenza verso umani (donne, bambini, anziani, disabili) l’ULSS Dolomiti disponga l’inclusione anche degli aspetti legati alla violenza sugli animali, quale fattore predittivo di future devianze anche criminali
– che venga promossa e organizzata la reperibilità notturna e festiva con professionisti pubblici e privati specializzati in animali da affezione
– e, infine, che l’ULSS Dolomiti si faccia interprete presso la Conferenza dei Sindaci della necessità di una campagna di informazione alla cittadinanza e nelle scuole di ogni ordine e grado che consenta la diffusione di una cultura rispettosa degli animali non umani.
Considerazioni che equivalgono a proposte molto concrete e che non richiedono particolari risorse finanziarie per diventare realtà!