All’età di 15 anni – e forse più, perchè la sua data di nascita era solo presunta – è morto Boss, un bellissimo pastore tedesco che tutti ricorderemo per un equilibrio che si avvicinava molto alla saggezza. Da qualche giorno faticava a camminare e mangiava pochissimo: ieri la situazione si è aggravata – rapidamente come capita ai cani anziani- e il ricorso all’eutanasia gli ha risparmiato inutili sofferenze.
Boss era entrato in rifugio il 15 novembre 2011, proveniente dal canile sanitario di Belluno, che lo aveva catturato in Nevegal dopo che per parecchi mesi aveva vagato randagio tra i prati e i boschi della dorsale prealpina che va da Trichiana all’Alpago. Il suo vagabondare sembrava quasi una scelta di vita: capitava di incontrarlo lungo i sentieri o vicino alle case e allora lui si allontanava lentamente, senza mai dar segno di aggressività e da lontano ti osservava silenziosamente mentre continuavi per la tua strada. Per un periodo aveva mangiato insieme agli operai di una fabbrica dell’Alpago, ma per lo più si arrangiava con gli avanzi degli umani. Poi, una persona che si occupava di un gruppo di gatti ha chiamato l’accalappiacani, perchè Boss mangiava le crocchette dei mici: e così è finito prima al canile sanitario e poi al rifugio di Apaca, dove ha passato metà della propria vita.
Mai nessuno lo ha scelto per un’adozione, forse perchè era un po’ schivo o forse perchè da un pastore tedesco ti aspetti reazioni decise, mentre Boss era un animale mite: e chi lo ha conosciuto fin dal suo arrivo ed ha vissuto la sua crescente rassegnazione non ha dubbi nell’affermare che Boss meritava di restare libero! Ma le regole non le fissa Apaca e quindi a Boss quella libertà vissuta senza dar fastidio è stata tolta e la sua vita ha potuto essere rallegrata solo dal grande affetto delle volontarie.
In tutti questi anni, abbiamo visto pochi cani come Boss e le lacrime che in molti abbiamo versato oggi vengono dalla parte più nascosta del cuore, quella che ci fa rispettare gli esseri buoni.