A dirlo è un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital che ha condotto un esperimento di neuroimaging su diverse donne, madri di figli di età compresa tra i 2 ed i 10 anni e proprietarie di animali, alle quali è stata monitorata l’attività celebrale mentre venivano loro mostrate le foto dei loro animali e dei loro bambini.
Lo studio ha mostrato che le donne hanno avuto per gli animali le stesse reazioni che hanno avuto per i loro bambini, anzi a volte hanno mostrato più empatia per gli animali che per i figli.
Molti studi precedenti hanno scoperto che i livelli di ossitocina – un neuro-ormone coinvolto nel legame di coppia e anche nell’attaccamento materno – aumentano dopo l’interazione con animali domestici, ma queste ricerche di imaging cerebrale finiranno con lo spirgare le basi neurobiologiche della relazione.
In ogni caso, già adesso è possibile replicare a coloro che non hanno animali o non ne sono attratti che chi, invece, tratta il proprio animale domestico come un figlio…non è un pazzo! E in tempi in cui anche la politica cavalca l’oscurantismo che ha prodotto il “congresso mondiale delle famiglie” di Verona, fa bene ribadire che ci sono tanti tipi di famiglie, compresa quella composta da umani e animali. Perchè tanti di noi la pensiamo proprio come quel capotreno di Italo che, arrivando sabato scorso alla stazione di Verona, ha salutato i passeggeri ricordando che: “Famiglia è dove c’è amore”!