Incappare in un “bravo toelettatore” non è così facile come si possa credere. Anche perchè chiunque può improvvisarsi toelettatore, dato che l’unico vero requisito richiesto per iniziare a svolgere questo mestiere è una Segnalazione Certificata di Inizio Attività presentata al comune, che riguarderà ovviamente solo i locali e le attrezzature. Per tutto il resto – vale a dire le competenze tecniche, la capacità di gestire il cane rispettandolo nella sua individualità, la piena consapevolezza del fatto che ad essere lavato e phonato è un “membro” di una famiglia” – bisogna affidarsi al “passa parola” o a una “radiografia ad hoc” dell’esercizio, sapendo, comunque, cosa cercare: ad esempio, la presenza o meno di diplomi appesi alle pareti (ma conoscendo anche la serietà e affidabilità dell’ente che lo ha rilasciato, dato che mancherà sempre la validazione dell’ente pubblico), il fatto che l’area di toelettatura sia o meno visibile al pubblico (in caso negativo è meglio lasciar perdere!), l’assenza di cattivi odori, l’ordine e la pulizia e via dicendo.
Dal mese scorso, in Lombardia (e solo lì, per il momento!) le cose sono un po’ più chiare. Infatti, con un decreto dirigenziale del 23 ottobre 2019 (BUR n.44/2019) la Regione ha aggiornato il quadro degli standard professionali, inserendo alcuni nuovi profili: tra questi il toelettatore di animali da compagnia, che è stato inserito nell’area servizi per la persona.
In pratica significa che in Lombardia – prima e finora unica regione italiana – il mestiere di toelettatore diventa una professione riconosciuta e certificata, che dovrà essere formato in un preciso e definito percorso formativo, al termine del quale dovrà dimostrare di possedere quattro specifiche competenze:
– essere in grado di predisporre gli spazi di lavoro e le attrezzature al fine di assicurare il rispetto delle norme di igiene e di sicurezza
– saper instaurare un rapporto di fiducia con il proprietario dell’animale da compagnia
– essere in grado di comprendere e gestire il comportamento dell’animale da compagnia al fine di garantirne serenità e sicurezza
– e, infine, saper eseguire i trattamenti igienici ed estetici previsti applicando le idonee tecniche e individuando i prodotti adeguati.
Sono competenze che richiedono delle precise abilità come, ad esempio: il saper utilizzare idonee tecniche per gestire con equilibrio l’animale garantendone serenità e sicurezza, così come saperne manipolare il corpo in modo non traumatico evitando il più possibile l’uso di strumenti costrittivi, per non dire della conoscenza delle metodiche e delle tecniche di igiene e pulizia degli strumenti e delle attrezzature per impedire danni all’animale, ma anche diffusione di malattie (soprattutto della cute) alcune delle quali (le fungine, ad esempio) di difficoltosa cura e guarigione.
Non sarebbe male che anche il Veneto (e non solo) prendesse ispirazione dalla Lombardia e replicasse quanto prima un provvedimento atteso da anni!