Nel corso del 2019, in Veneto le predazioni accertate da parte di lupi singoli o in branco sono state in tutto 198, due in più rispetto all’anno precedente. Un episodio accaduto ad Asiago ha peraltro influenzato le classifiche dei capi morti (così si legge nel rapporto tecnico pubblicato nel BUR n.42 del 31/3/2020): l’impennata anomala dei capi uccisi è, infatti, imputabile a quanto avvenuto il 1° agosto scorso a Malga Campocavallo, quando un unico attacco predatorio del branco ha causato la perdita di 75 pecore e capre, rimaste imprigionate tra i tronchi abbattuti da Vaia. Al netto di quell’episodio, il numero di capi predati nel 2019 risulta inferiore del 10% rispetto ai 450 capi del 2018, nonostante nel frattempo sia aumentato il numero di branchi nelle aree alpine e prealpine del Veneto.
Nel Bellunese, le predazioni 2019 sono state in tutto 52, che hanno comportato la morte di 104 capi (68 ovicaprini, 1 bovino, 22 asini e 13 fra cavalli, cani e daini) e il ferimento di altri tre. Ventisette i capi dispersi a seguito di un attacco. L’aumento del numero degli esemplati di lupo presenti in provincia ha fatto lievemente aumentare le predazioni nel triennio 2017-2019 (sono state 38 nel 2017, 46 nel 2018 e 52 nel 2019), ma i capi morti o feriti sono diminuiti di molto: nel 2017 sono stati 171, 159 nel 2018 e 107 nel 2019.
Il rapporto tecnico fornisce, poi, alcuni dati assai interessanti per capire il fenomeno delle predazioni rispetto ai comportamenti degli allevatori. Nel 79% dei casi, gli animali erano incustoditi (assenza dell’allevatore o di altro custode) e solo in 16 casi erano presenti cani da guardiania. Per quanto riguarda le condizioni di protezione del gregge o della mandria attaccati dai lupi, in quasi tre casi su quattro (74%) il bestiame al momento della predazione era privo di qualsiasi forma di protezione e nel 33% dei casi era addirittura allo stato brado.
Un altro dato appare, però, assolutamente interessante: nel triennio 2017-2019, il 72% di chi ha fatto domanda di indennizzo ha subito una sola predazione, il 16% ne ha subite due e il 12% più di due. Ma esistono anche quelli che il rapporto della Regione Veneto chiama “casi cronici”: addirittura il 21% delle predazioni del 2019 è avvenuto, infatti, in sole 18 aziende, che equivalgono al 5% del totale degli allevatori. Tra queste c’è anche un’azienda che, nel triennio 2017-2019, ha dichiarato di aver subito ben 16 predazioni!
Ad azzerare il danno economico per gli allevatori ci pensa il sistema risarcitorio messo a punto dalla Regione Veneto, che ha rifinanziato con 250 mila euro il fondo per la prevenzione e l’indennizzo di danni causati dagli attacchi dei grandi predatori, lupi e orsi, 50 mila euro in più dello scorso anno per integrare le risorse stanziate dal Programma di sviluppo rurale per gli interventi di prevenzione: quei recinti elettrificati, dissuasori acustici e dissuasori ottici che fanno la differenza nell’ottica della convivenza (assolutamente possibile) col lupo.