In un rifugio per cani abbandonati stare dall’altra parte del guinzaglio significa fare i volontari: e fare i volontari nell’APACA di oggi vuol dire non solo pulire e accudire i cani ospitati, ma anche dare un contributo serio e consapevole al loro recupero comportamentale, in modo che abbiano maggiori chances di essere adottati.
Il percorso di formazione che porterà i volontari dell’Associazione ad una sempre maggiore interazione con gli animali del rifugio è cominciato oggi, domenica 7 giugno, con un primo incontro condotto da due educatrici cinofile, Martina Lazzarini ed Elena Zanardo, che hanno affrontato le questioni principali legate alla modificazione dei comportamenti dei cani in relazione all’attività quotidiana prestata dai volontari. Entrambe hanno, infatti, sottolineato come – magari per parecchi mesi, se non addirittura per anni- il volontario sia l’unica persona con cui gli animali del rifugio avranno la possibilità di entrare in contatto: ciò lo pone nella condizione di dover responsabilmente cercare di ricreare col cane una relazione che è stata seriamente compromessa dall’abbandono o dal maltrattamento.
Ecco allora che l’approccio corretto col cane – finalizzato anche alla correzione dei suoi comportamenti non appropriati – diventa la base su cui costruire una nuova relazione più equilibrata tra uomo e animale, circostanza che renderà il cane più facilmente adottabile anche da parte di persone non particolarmente esperte o di famiglie con bambini o persone anziane.
Sostenendoli con periodici incontri formativi, APACA chiede, perciò, ai soci volontari di qualificare sempre di più il proprio lavoro, aggiungendo conoscenze etologiche e comportamentali a una sensibilità che già possiedono e che li spinge, ogni giorno, a prestare gratuitamente e con entusiamo un’attività insostituibile nell’ambito del rifugio.