Il James Dyson Award è un premio internazionale – istituito dall’inventore dell’aspirapolvere senza sacchetto – che ogni anno premia gli inventori e i progetti più innovativi per risolvere problemi concreti e attuali. Quest’anno, è stato assegnato a una giovanissima ingegnere biomedico di Tarragona, che ha creato un’alternativa “domestica” allo screening del tumore al seno che si effettua di solito in strutture ospedaliere e che è piuttosto doloroso.
Per effettuare lo screening, il Blue Box – così si chiama il dispositivo poco più grande di una scatola che la giovane ricercatrice ha messo a punto – si serve di un campione di urina: esegue l’analisi chimica del campione e trasmette i risultati al cloud. L’algoritmo – che sfrutta l’Intelligenza Artificiale – reagisce a metaboliti specifici presenti nelle urine e fornisce una diagnosi, rilevando i primi segni della malattia.
Si tratta, quindi, di una alternativa economica non invasiva, indolore e non irradiante, che potrà entrare a far parte della routine quotidiana delle donne. Ma che c’entra il cane? C’entra, eccome! La ricercatrice spagnola ha sostanzialmente replicato quanto ha visto fare a un cane, che ha rilevato la presenza di un tumore al polmone annusando il respiro della persona con cui viveva. Ed è così che la fisiologia del cane è stata riprodotta sul microprocessore Arduino – una piattaforma hardware che viene usata per la prototipazione rapida e per scopi hobbistici, didattici e professionali – per ideare un naso elettronico: e anche il software basato sull’IA è stato concepito per imitare il sistema sensoriale del cane, a cui sono ormai associate capacità diagnostiche di grande importanza per la prevenzione di alcune tra le più diffuse malattie umane.