Petra è una meticcia bianca e nera di sei anni, taglia piccola e un vissuto problematico. Infatti, ha passato i primi quattro anni di vita accanto a una persona che viveva ai margini della società, in condizioni degradate e di disagio. Quando il clochard è morto, è stata catturata assieme ad altri quattordici cani e dal canile-sanitario è stata poi trasferita in rifugio, dove ha seguito un percorso di recupero, imparando a relazionarsi con le persone.
Il recente bisogno di approfondire con qualche visita specialistica il suo stato di salute le ha ulteriormente fatto acquisire competenze: il viaggio in auto fino in clinica, le manipolazioni dello staff, gli esami radiografici e le successive cure sono state esperienze che l’hanno resa ulteriormente disponibile alle relazioni con il mondo degli umani.
Da qualche settimana vive in una famiglia di Santa Giustina, che ha già due meticci a cui dedica tante attenzioni e moltissimo tempo: fatte le debite conoscenze, Petra si è immediatamente ambientata e oggi gode delle stesse amorevoli cure. Vive ovviamente in casa, ma ha anche a disposizione un bel giardino e le lunghe passeggiate “in branco” le sono piaciute fin dai primi giorni. Katia è sicuramente la persona che darà a Petra l’opportunità di archiviare gli anni difficili vissuti in una baraccopoli, con poco e pessimo cibo a disposizione, nella totale assenza di cure veterinarie e in un clima di grande competizione e pericolo che a tutti quei cani ha provocato gravissime conseguenze sulla salute fisica e sul comportamento. Chi alla morte del clochard ebbe a dichiarare che “amava più i cani di se stesso” non ha considerato i danni che quell’amore malato ha prodotto sugli animali, ai cui diritti nessuno per troppo tempo aveva fatto caso!