Questioni prese di… petto

Questioni prese di… petto

Se c’è un’attività che i cani del rifugio adorano fare è sicuramente uscire in passeggiata per esplorare i dintorni, sgranchirsi le zampe ma anche per prendere confidenza con le persone e con gli oggetti utili a una buona conduzione, guinzagli, collari e pettorine. Con molti di loro viene utilizzata proprio la pettorina, uno strumento spesso usato in sostituzione del collare. Diciamo subito che, chiaramente, i due dispositivi non devono essere messi in contrapposizione uno all’altro (anche se ciò avviene regolarmente nelle varie “scuole” di pensiero cinofilo), in quanto entrambi presentano pregi e difetti che si evidenziano in base alle caratteristiche del cane.

Passeggiata in centro storico con alcuni dei cani abbandonati e maltrattati del rifugio

La pettorina è nata come strumento in grado di evitare di fare pressione sul collo dell’animale e inizialmente, come spiega la dottoressa Britta Kutscher, specializzata in fisioterapia animale, veniva fatta indossare ai cani da slitta proprio per lasciare loro libertà di movimento e possibilità di trainare il peso in sinergia senza subire traumi. Ma si tratta comunque di un caso speciale, non riconducibile a un mezzo che serve a portare un cane in passeggiata nella quotidianità. L’idea alla base è quella di preservare il collo del cane andando a decentrare la spinta e la tensione su una superficie maggiore, quella di torace, sterno e articolazioni. Esse sono in ogni caso zone da tenere d’occhio quando si usa la pettorina perché vengono comunque sottoposte a sollecitazioni e sfregamenti.

In commercio esistono svariati tipi di pettorine di diverse misure e materiali e non tutte sono adatte a qualsiasi cane, dal momento che le caratteristiche fisiche insieme alla storia individuale sono uniche e possono variare di molto da cane a cane. Esiste infatti anche la possibilità che un animale abbia paura o si senta a disagio quando deve mettere la pettorina, mostrando di non accettarla volentieri: rispetto a un collare è certamente molto più laborioso farla “indossare” ed è necessario che il cane impari a conoscerla e ad abituarsi per gradi, senza imposizioni. Un uso corretto della pettorina parte dunque dalla scelta del modello più adatto (in rifugio si usa quasi soltanto quella ad “H”), tenendo in considerazione le condizioni del proprio cane e magari, consiglio sempre utilissimo, facendosi aiutare dai professionisti.

Come sempre, poi, è il modo in cui si utilizza uno strumento a fare la differenza. Innanzitutto, la pettorina non deve essere troppo stretta ma nemmeno troppo larga per evitare che il cane la sfili, per esempio se si impunta e non vuole più muoversi: in ogni caso, non bisogna mai strattonare il cane attraverso la pettorina perché si vanno a sforzare parti del corpo delicate. L’andatura della passeggiata dovrebbe essere infatti armoniosa, e qui più che gli strumenti usati per andare a spasso entra in gioco l’educazione ricevuta dal cane (e dal conduttore!). L’animale deve potersi muovere in modo rilassato senza tirare il guinzaglio, regola valida ovviamente anche nerl caso di utilizzo del collare. È opportuno tenere sempre sotto controllo eventuali slanci improvvisi dell’animale, permettendogli comunque di gironzolare, annusare, perlustrare l’ambiente circostante. Insomma è importante fare in modo che il cane si goda una piacevole camminata in compagnia, che è anche un’ottima attività per diventare amici della pettorina.