Apaca ha comunicato alla Vice Sindaco di Belluno, Lucia Olivotto – che si sta interessando con la Protezione Civile anche alla sorte degli animali in fuga dall’Ucraina – la propria disponibilità a dare ospitalità e assistenza ai cani dei profughi che avessero difficoltà a tenere con sé il proprio animale magari nell’attesa di trovare un alloggio idoneo o di essere curati dal SSN.
“Siamo convinti – dice Paola Lotto, presidente di Apaca – che anche in Veneto le strutture di accoglienza lasceranno che i cani e i gatti possano stare insieme ai profughi che li hanno portati con sé fuggendo dalla guerra. Sarebbe un gesto di doverosa attenzione sia verso le persone che verso gli animali che non vanno separati dalla famiglia. Se però, per qualsiasi valida ragione, il distacco si rendesse necessario, Apaca si rende disponibile ad ospitare i cani nella propria struttura. Lo farà sia per quelli segnalati dalla protezione civile bellunese, sia nel caso che la richiesta pervenga dalla Fondazione Cave Canem con cui l’associazione collabora da anni e che ha avviato un’assistenza analoga sul territorio nazionale.”
Apaca, attraverso la sezione provinciale di LAV, ha fatto pervenire alimenti alla struttura dove è ricoverata la maggior parte dei cani che l’Unità di Emergenza LAV Nazionale ha portato in Italia dal canile di Cerkasy, a sud di Kyiv. Apaca ha dato anche la disponibilità ad ospitare alcuni dei 36 soggetti salvati da LAV.