Ucraina: chi rimane per gli animali

Ucraina: chi rimane per gli animali

Fra le tante storie di coraggio e solidarietà che ci giungono dalle zone di guerra in Ucraina, ce n’è anche una che ha per protagonista un italiano e oggi vorremmo raccontarvi la su vicenda e l’esperienza che sta vivendo. Si tratta di Andrea Cisternino, un fotografo e grande appassionato di animali che nel 2009, assieme alla moglie Vlada Shalutko, decide di aprire il rifugio Kj2 vicino a Kiev. Un luogo dove da allora Cisternino accoglie ogni sorta di animali, ad oggi circa quattrocentocinquanta. Sono cani, gatti, cavalli, pecore, mucche, capre, oche, galline e altre specie, anche selvatiche, sottratti a destini incerti o crudeli sul territorio ucraino.

Canile di Odessa (foto Kodami.it)

Dopo l’attacco, la zona che collega il rifugio alla capitale è finita sotto il controllo russo e questo era diventato motivo di preoccupazione per Cisternino e il suo staff, che si sono ritrovati isolati e in situazione di emergenza. Infatti proprio a Kiev era pronto un carico di aiuti, cibo e medicinali, inviato per il rifugio dall’Enpa e dalla Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale ma era rimasto bloccato in un magazzino e fino ad alcuni giorni fa non era possibile farlo arrivare al Kj2. L’attesa fortunatamente è finita, il convoglio è giunto a destinazione e Cisternino può ora portare avanti il suo lavoro di salvaguardia pur in una situazione spaventosa in cui il conflitto è ancora in atto. Un plauso va alla sua fermezza quindi, e alla volontà di affrontare pericoli, rischi e paura pur di rimanere accanto ai suoi animali.

A proposito di coraggio, dall’Ucraina è arrivata anche la notizia di un’altra volontaria, Olga, che gestisce il rifugio Loving Hearts di Odessa e che è rimasta a occuparsi della struttura danneggiata dai bombardamenti, riuscendo a portare al sicuro trenta dei centottanta cani ospiti grazie all’intervento dell’associazione italiana Save the dogs che li ha accolti nella sua sede a Cernavoda, in Romania. Attraverso la Lega del Cane infine – che si è attivata per sostenerli – sappiamo che alcuni giorni fa alcuni volontari sono riusciti a entrare nel canile di Borodyanka (dove sono morti 300 cani, rimasti senza acqua e cibo per un mese) e a soccorrere i cani che erano sopravvissuti. Queste sono solo alcune delle moltissime notizie riguardanti le persone che si prodigano per proteggere gli animali vittime di abbandono o indifferenza in un momento storico talmente drammatico e precario per l’Ucraina che non è assolutamente una scelta ovvia riuscire a pensare anche al loro benessere, alla loro salute, alla loro sopravvivenza. Un meritato elogio va a chi continua a difenderli, donne e uomini mossi da uno straordinario amore che siamo grati di poter raccontare.