L’estate è ormai alle porte, con le sue giornate assolate e lunghissime porta una ventata di benessere e di energia per tutti, ma per i cani si tratta anche di un periodo rischioso. Come molti sanno, infatti, questo è il momento della leishmaniosi, una malattia infettiva pericolosa che colpisce i cani proprio durante i mesi più caldi dell’anno. L’animale che veicola la patologia – dovuta al protozoo L. Infantum – è un insetto, il flebotomo, che vive nel periodo che va da maggio a ottobre e attacca soprattutto gli animali che vivono o passano la maggior parte del loro tempo all’esterno, condizione purtroppo comune ai cani ospiti di canili e rifugi.
Il 26 e 27 marzo scorsi si è tenuto a Bologna il convegno “Le domande più scottanti sulla Leishmaniosi”, organizzato da SCIVAC, la Società Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia, un congresso internazionale dedicato a questa grave patologia canina. L’incontro ha riunito circa 650 veterinari, i quali si sono confrontati sullo stato attuale della zoonosi e che hanno delineato un quadro preoccupante circa la diffusione del protozoo L. Infantum, dovuta negli ultimi anni al cambiamento climatico che ha portato all’innalzamento della temperatura e dell’umidità in tutta Italia. Un problema che si collega poi direttamente all’ambito della sanità pubblica dal momento che la leishmaniosi è per l’appunto una zoonosi e può dunque colpire anche l’uomo, ancorchè con un’incidenza che rimane molto bassa.
Il congresso ha inoltre chiarito che il gatto non ne è immune, può contrarre la leishmaniosi e ritrasmetterla: ma per ora la zoonosi felina si è riscontrata in un numero molto minore di casi rispetto ai cani. Ma nè il gatto, nè il cane trasmettono direttamente la leishmaniosi all’uomo poichè serve sempre il morso del flebotomo (o pappatacio) e l’eventuale allontanamento del cane malato è una misura che potrebbe essere presa in considerazione solo se in casa sono presenti persone con grave deficit immunitario.
La leishmaniosi canina è una malattia spesso fatale (e ne sono affetti anche tantissimi cani del Sud oggi presenti nel bellunese), ma fortunatamente siamo in grado di prevenirla e curarla. I veterinari raccomandano controlli periodici, soprattutto se i proprietari di cani abitano in zone endemiche. Anche il vaccino contro la malattia è importante, anche se da solo non basta: ad esso vanno aggiunti azioni di repellenza per eliminare o tenere lontani gli insetti e comportamenti previdenti, come portare i cani al chiuso di notte – il flebotomo è un insetto notturno – o cercando di proteggere i loro ricoveri esterni, magari con l’utilizzo di zanzariere. La leishmaniosi è un tema scottante, come suggerisce il titolo del dibattito organizzato a Bologna, ma continuare a parlarne, a divulgare notizie e informazioni sull’andamento della malattia e trovare i modi per contrastarla sono i mezzi attraverso i quali è possibile difendersi. Oggi, oltre ai cani, ce lo chiede anche lo stato di salute del nostro pianeta.