Anche quest’anno, sono ricomparse (forse più numerose che mai!) le zecche, il cui morso, pressochè indolore, può provocare alcune malattie, come la ticket born encephalitis (TBE), tutte curabili ma che possono anche essere mortali. Sul tema, la Direzione Prevenzione della Regione rammenta che l’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie: infatti, la zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido, mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio e quindi luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra gli ambienti preferiti.
Dal 2019 la Regione garantisce la vaccinazione anti-encefalite da zecche (TBE) disponendo la gratuità per tutte le persone residenti nella Provincia di Belluno, mentre nel resto del territorio regionale è offerta gratuitamente solo agli appartenenti ad alcune categorie a rischio, quali volontari del soccorso alpino e volontari della Protezione Civile. Invece, nelle zone a moderata e bassa endemia delle altre Ulss del Veneto (ad es. quelle della fascia pedemontana), è resa disponibile ad un prezzo agevolato, di euro 25 a dose.
In provincia di Belluno, la Tbe ha un’incidenza maggiore rispetto al resto delle zone endemiche con un tasso di 5.95 su 100.000 abitanti ed è un’area classificata come ad alto rischio. Ma nonostante ciò -secondo un’ingadine pubblicata in questi giorni- soltanto il 56% dei bellunesi dice di essere informato sulla malattia, che ritiene giustamente grave: e solo il 53% afferma di essere a conoscenza che si può prevenire con un vaccino, consapevole che il rischio di essere morsi da una zecca è molto elevato.
Quindi non solo il 47% dei bellunesi non sa neppure dell’esistenza della TBE, ma solo il 36% ha fatto il ciclo vaccinale di prevenzione (composto da una prima dose, seguita da una seconda dose a distanza di almeno 1 mese dalla prima, quindi una terza dose eseguibile ad almeno 5 mesi di distanza dalla seconda, e, infine, un primo richiamo successivo dopo almeno 3 anni e ulteriori richiami ogni 5 anni).
E il cane? Anche il cane può contrarre l’encefalite da zecche, con un periodo di incubazione che, come nell’uomo, varia da 4 a 28 giorni, con una media di 4-7 giorni. E esattamente come per l’uomo, anche per il cane non esiste una terapia specifica: non solo, ma il tasso di mortalità è alto soprattutto nella prima settimana e, in ogni caso, la guarigione spesso lentissima dato che può avvenire anche dopo 6-12 mesi.
Quindi, al ritorno da una passegiata nei boschi o nei prati (o anche lungo sentieri e strade con ai bordi dell’erba più o meno alta) va bene ispezionare se stessi, ma è necessario ispezionare accuratamente anche i nostri cani alla ricerca di zecche vaganti o già agganciate: e come gesto di responsabilità verso di loro utilizziamo i repellenti (a collare, in gocce, in compresse) per scoraggiare l’attacco delle zecche e assicurare una protezione che può salvargli la vita .