In questi mesi, siamo tutti chiamati a consumare meno acqua e lo saremo sempre di più in futuro, perchè il pianeta sta presentando il conto dell’irresponsabile e catastrofico impatto della specie umana (soprattutto quella contemporanea) sull’ambiente e sugli altri animali.
Il quadro d’insieme tracciato dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulle risorse idriche ci dice che, in realtà, il grosso dei consumi non è assorbito dal consumo domestico (9%), ma dall’industria (22%) e soprattutto dall’agricoltura (69%): e, nell’ambito dell’agricoltura, dagli allevamenti di carne, che assorbono almeno un terzo dei consumi idrici di tutti gli abitanti della terra!
Perciò, per ogni umano è senz’altro responsabile lavarsi i denti e fare la doccia usando meno acqua possibile, fare meno lavaggi con lavastoviglie e lavatrice e rinunciare ad annaffiare il giardino: sommati, tutti questi gesti realizzeranno di certo un qualche risparmio idrico, ma soprattutto, con il loro significato simbolico, ci aiuteranno ad essere più consapevoli del momento grave che il pianeta sta attraversando. E ugualmente simbolico sarà rinunciare alle piscinette o al bagno casalingo del cane ed accertarsi che quello fatto nelle toelettature professionali sia massimamente attento al risparmio idrico.
Ma non può bastare. Ci può piacere o no, ma -come ricorda Giovanni De Mauro nell’editoriale del numero 1467 di Internazionale – ci sarebbe una domanda che potremmo porci più spesso e scegliere in base alla risposta: “vogliamo un chilo di carne di manzo oppure al suo posto, con la stessa quantità d’acqua necessaria per produrlo, vogliamo un chilo di pasta + un chilo di riso + un chilo di legumi + un chilo di verdure + un chilo di frutta + 4.157 litri d’acqua?” Possiamo rispondere nei tanti modi che la libertà di pensiero ci garantisce e ciò sia rispetto alla nostra alimentazione, sia a quella degli animali che vivono con noi. La produzione e il consumo di carne animale è, nei fatti, uno dei principali problemi che la specie umana deve affrontare nell’immediato futuro e parlarne è un dovere per tutti: per Apaca vorrà dire soprattutto confrontarsi con i veterinari e le industrie di alimenti per pets alla ricerca di una soluzione che non pregiudichi la salute dei cani. Apaca farà questo percorso attenta alle indicazioni della scienza, ma anche nella consapevolezza che i cani, nella loro millenaria storia di relazione con il genere umano, hanno adattato già molte volte il loro DNA ai bisogni dettati dalla convivenza con gli umani e che, dunque, un’alimentazione priva di carne potrebbe essere una sfida utile per poter continuare a vivere insieme ancora per un po’…