Perché i cani ululano, seguendo un istinto che li lega ai lupi? E perché abbaiano, gemono, sospirano, digrignano i denti, sbuffano? Si parla spesso di quanto i cani sappiano cogliere il significato di alcune parole umane ed è noto che riescano a farsi capire molto bene attraverso il linguaggio corporeo e le espressioni del muso o il movimento della coda, tanto da far esclamare a molti l’ormai celebre complimento “Gli manca solo la parola!”
Le “parole”, o meglio i suoni, non mancano certo ai cani, i quali sono ovviamente dotati anche di un loro speciale linguaggio parlato, fatto di una gamma piuttosto diversificata di vocalizzi. Il cane abbaia, questo è scontato, ringhia, ma produce anche sospiri, mugolii, uggiolii, guaiti e ogni tanto, come si diceva prima, ulula come un lupo. Il cane è un animale sociale e la comunicazione con i propri simili e con gli esseri appartenenti ad altre specie – e quindi con l’uomo – è per lui estremamente importante. Differenziare i suoni, così come i comportamenti, diventa quindi una strategia efficace per poter stabilire un collegamento o al contrario per allontanare o affrontare presenze pericolose.
Veterinari ed educatori cinofili conoscono bene le molte espressioni vocali dei cani e in questo articolo proviamo a sintetizzare le più comuni. Soprattutto da cucciolo il cane emette uggiolii e guaiti per avanzare richieste o esprimere paura e dolore, cosa che avviene anche quando diventa adulto in particolari situazioni, come lo stato di eccitazione. Ringhiare invece significa che una cane minaccia un’aggressione o sta mostrando la propria volontà di difendersi, ma può rappresentare anche l’insicurezza di non sapere se attaccare o scappare. Un cane sospira per esprimere tranquillità e voglia di rilassarsi ma anche disagio o sconforto, come nel caso in cui l’esito di un evento non sia andato come si aspettava. Abbaiare e ululare sono i versi più tipici che vengono associati ai cani e non a caso abbaiare per loro rappresenta un canale di comunicazione con una lunga serie di significati, ognuno dei quali cambia in base alla durata, al volume e al tono. Un cane abbaia più volte per avvertire di un pericolo (questo lo fa anche attraverso gli sbuffi), abbaia “a voce bassa” e poi esplode quando è pronto a proteggere il territorio, emette una sequenza lunga di abbai e ululati per chiedere considerazione; quando è felice lo esprime attraverso un abbaiare ripetuto dal volume sempre più alto – per esempio durante le attività ludiche – oppure con pochi e netti abbai sonori; inviti a giocare insieme possono essere un solo abbaio squillante oppure una sorta di “balbettio” né alto né basso; noia, stress o spavento sono invece manifestati da un abbaiare interrotto, mentre un abbaiare continuo può essere spia di un comportamento ossessivo. E l’ululato? Si tratta del vocalizzo che accomuna il cane al lupo ma, diversamente da quest’ultimo, il cane ormai ulula in poche occasioni, in risposta a specifici suoni come quelli delle sirene (e questo perché appunto emissioni sonore di questo tipo gli ricordano il richiamo originale), per affermare la propria presenza, per provare a socializzare con chi sente distante, per ottenere attenzione quando si sente solo.
Come si può intuire anche da questa sola veloce carrellata, la voce dei cani sa parlare in un’innumerevole quantità di circostanze, buone o cattive, serene o paurose, e non ha bisogno di vocaboli o di frasi: riesce a farsi capire bene anche da noi umani, mentre ci rammarichiamo che i cani non possiedano la parola.