Uomini e cani uniti contro il terremoto

Uomini e cani uniti contro il terremoto

Il terremoto in Turchia e Siria ha sconvolto e mietuto migliaia di vittime, lasciandoci ancora una volta attoniti di fronte a una calamità tanto devastante. Lunedì 6 febbraio la Turchia sudoccidentale e la Siria del Nord sono state colpite da due scosse di magnitudo 7.7 e 7.6 che ad oggi hanno provocato la morte di più di 41mila persone. Un disastro enorme che ha mosso squadre di soccorso da tutto il mondo, accorse per trarre in salvo vite sepolte e supportate dai loro compagni canini.

Le unità cinofile operative in Turchia e Siria provengono da diciannove nazioni dell’Unione Europea, Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna, oltre a Regno Unito, Svizzera, Albania e Montenegro. Insieme a decine di altri paesi hanno inviato squadre di esperti coadiuvati dai loro cani addestrati per la ricerca e il soccorso, insieme ad attrezzature, equipaggiamento, veicoli, aiuti umanitari e personale medico.

Dall’Italia è giunto il team del Servizio Nazionale della Protezione Civile, accompagnato da Margo, Cobadog, Drago e Zeus, tre pastori belga Malinois e un Border Collie preparati a cercare superstiti sotto le macerie. Grazie a loro, e al lavoro della squadra, è stato possibile salvare due ragazzi di 23 e 26 anni ad Hatay, vicino ad Antiochia, una delle città più colpite dal terremoto. In questi giorni ci sono giunte notizie di altri cani eroici: Proteo, pastore tedesco membro della squadra messicana, ha perso la vita dopo essere rimasto intrappolato sotto una struttura pericolante, mentre Kopuk, golden retriever che fa parte dei soccorritori turchi, ha continuato a scavare nonostante le ferite alle zampe che gli hanno procurato diversi punti di sutura, contribuendo al recupero di almeno sei persone.

Tutto il mondo, insieme ai suoi cani, sembra essersi mobilitato per fornire gli aiuti necessari a salvare vite e ad affrontare questa catastrofe immane. E siamo rincuorati, di fronte a questa disgrazia, di vedere quante barriere si possano superare per lasciare spazio all’intesa fra uomini, urgente e momentanea forse, ma profonda quasi quanto quella che li lega ai loro colleghi a quattrozampe.