La coprofagia (ingestione di feci) è un problema per il cane, ma non sempre. Non lo è, ad esempio, quando a farlo è la femmina che per tenere pulito il nido della cucciolata mangia le feci dei piccoli: è un gesto innato (ispirato dal desiderio di eliminare un odore che potrebbe attirare i predatori) e opportunamente messo in atto dalla madre anche per evitare che una fonte insalubre possa mettere in pericolo la salute dei cuccioli, la cui risposta immunitaria è bassa e soprattutto lenta nelle prime settimane dopo il parto.
Praticata dal cane adulto la coprofagia può nascondere, invece, alcuni problemi da non sottovalutare. Anzitutto può essere legata alla carenza di cibo o anche semplicemente a una dieta povera di fibre oppure a parassitosi o a problemi pancreatici o gastrointestinali che vanno indagati dal veterinario. Ma c’è anche una vasta gamma di casi in cui a determinare la coprofagia non sono fattori fisici, ma mentali: ad esempio, può essere un comportamento messo in atto dal cane che, avendo osservato che le sue feci vengono asportate, pensa di evitare di essere rimproverato e quindi le “fa sparire”. Altre volte, il mangiare le feci (e accade soprattutto con le proprie) è legato a una richiesta di attenzione, una percezione che solitamente viene rafforzata dal fatto che il proprietario si precipita sul cane per evitare che l’ingestione. Ci sono, poi, cani che diventano coprofagi a causa dello stress o della noia: accade quando il cane è lasciato per molto tempo da solo o quando non viene stimolato all’interazione, al gioco o impegnato in attività fisiche e mentali e, naturalmente, accade ai cani costretti a trascorrere molte ore da soli nei box dei canili, compreso quello di Apaca.
Molta attenzione va poi prestata nel caso in cui la coprofagia sia accompagnata dalla pica, ossia da quel disturbo che spinge il cane ad ingerire sostanze come terra, carta, sassi, legno ma anche oggetti di metallo o plastica. In questo caso, ci si potrebbe trovare davanti a un vero e proprio comportamento compulsivo orale che va affrontato con l’aiuto dei professionisti.
La medicina veterinaria consiglia ovviamente di impedire al cane di mangiare sia le feci proprie che quelle altrui, dato che la coprofagia può favorire la trasmissione di virus, batteri ed endoparassiti. Ma è anche bene tener presente che, in alcuni casi di coprofagia interspecifica, dietro al comportamento del cane potrebbe esserci non un problema ma solo il piacere: lo è, ad esempio, quando si tratta di ingerire le feci dei gatti, perché dall’odore intenso e soprattutto dal sapore piacevole. E appetibilità analoga hanno per il cane le feci degli erbivori, anche selvatici, ma soprattutto “sanno di cibo…e quindi sono cibo” le feci umane.
Quindi: in assenza di abitualità e compulsività, la coprofagia interspecifica sembra essere “normale” per il cane in quanto comportamento innato (proprio come le leccate delle marcature altrui), certamente non privo di rischi, ma che forse si dovrebbe tollerare in una giusta misura se si ricerca il rispetto delle sue motivazioni.