Abbiamo già avuto modo di parlare dell’amicizia che molti artisti, intellettuali e scrittori hanno intessuto con i loro cani. Tanto profonda e viscerale, a volte, da farli diventare i protagonisti delle loro opere. Come è avvenuto per il libro “Viaggi con Charley. Alla ricerca dell’America”, scritto dal premio Nobel statunitense John Steinbeck.
Charley altro non è se non il barboncino francese Charles le Chien – per gli amici Charley – che ha accompagnato il celebre scrittore nel viaggio su e giù per l’America di cui il libro è appunto il resoconto.
Alla soglia dei sessant’anni Steinbeck decise che era giunto il momento di esplorare un paese che sentiva di non conoscere abbastanza nonostante vi fosse nato e vissuto, oltre ad averlo anche raccontato magistralmente in capolavori quali “Furore” e “Uomini e topi”, diventati veri e propri classici della letteratura americana. Insieme a lui, a bordo di un pick-up trasformato in camper, e dal nome evocativo, Ronzinante, Steinbeck si avventurò per campagne e piccoli borghi, dalle Montagne Rocciose alle coste del Pacifico, alla scoperta dell’America degli anni ’60.
Un’America fatta di luoghi e di persone che lo scrittore visita e incontra scortato dal fedele Charley, anziano e acciaccato ma sempre presente al fianco del suo compagno umano. John e Charley viaggiano per tre mesi a bordo di Ronzinante, dallo stato di New York fino al confine con il Canada, per poi dirigersi a ovest in California e verso il profondo sud degli Stati Uniti. In ogni posto i due incontrano un’umanità varia e spesso umile – le persone con le quali Steinbeck preferiva avere a che fare – che assiste ai grandi avvenimenti di quegli anni, il movimento per i diritti civili, la nascita delle superstrade, la questione dell’atomica.
Una lettura adatta all’estate, che racconta un viaggio on the road godibile anche per la presenza di Charley, un gentiluomo in forma di cane che comunica a modo suo e ascolta solo chi parla francese, che ci dimostra ancora una volta quanto l’amicizia tra uomini e cani valga la pena di essere vissuta, anche fra le pagine di un libro.