Quello delle adozioni è un argomento che, ovviamente, ci sta molto a cuore: lo abbiamo posto a fondamento del nostro impegno e della missione del nostro rifugio. Per questo motivo abbiamo appreso con dispiacere la notizia che, secondo l’associazione Save the dogs, nel 2023 le adozioni di cani e gatti in Europa sia entrata in crisi.
Il fenomeno è dovuto a diversi fattori che si sono combinati assieme. In primo luogo, il numero di animali bisognosi di una casa è in numero nettamente superiore a quello delle famiglie disposte di accogliere un nuovo membro di cui prendersi cura. O che semplicemente non ne sono in grado, visti i costi altissimi che prevede la vita insieme a uno o più animali. Durante il periodo della pandemia, la buona disposizione verso le adozioni dei cani dai rifugi e dai canili aveva subìto un aumento, che però si è rivelato preoccupante per il fatto di nascondere, in diversi casi, il desiderio di evitare l’isolamento forzato con la scusa di occuparsi del proprio cane. Infatti, dopo che l’emergenza sanitaria è rientrata, si è assistito a un ritorno agli abbandoni che hanno riempito nuovamente i rifugi e i canili in Europa: molti si sono resi conto di non essere capaci di gestire un cane e se ne sono liberati con la stessa velocità con la quale lo avevano accolto.
Un’altra ragione della crisi risiederebbe poi nel fatto che molte adozioni ormai vengono gestite “a distanza” attraverso i social network, condotte spesso in modo arbitrario, senza seguire prassi adeguate e soprattutto senza conoscere e rispettare i bisogni dei cani. Gli animali privi di una reale riabilitazione dei loro traumi e delle loro paure vengono dati a famiglie assolutamente impreparate ad affrontare i problemi che pongono i cani difficili, con la conseguenza che questi ultimi sono poi ceduti al canile o al rifugio più vicino, strutture che magari sono sovraffollate e prive delle risorse necessarie a fornire un aiuto concreto. Questo nuovo caso delle adozioni via social, inoltre, pregiudica il lavoro degli enti e delle associazioni che si occupano seriamente del recupero, della cura e delle adozioni dei cani e dei gatti abbandonati, diminuendo le occasioni di trovare loro un posto sicuro.
Un ultimo riferimento va fatto infine alla questione della sterilizzazione, che non pare migliorare di molto la situazione: risulta ancora poco diffusa la cultura del benessere animale e sociale che questo processo può garantire, nonostante molte realtà si battano per sensibilizzare al tema e comunicarlo il più possibile.
Come associazione che gestisce un canile-rifugio non possiamo fare altro che continuare a impegnarci, attraverso le attività svolte quotidianamente per la salute e il benessere dei nostri cani, per sostenere adozioni responsabili e felici e per divulgare in modo sempre più capillare ed efficace l’importanza di una convivenza consapevole, corretta e attenta all’etogramma dei cani. Soprattutto quelli più fragili, quelli che aspettano una famiglia vera e che hanno bisogno di affetto sincero.