Abbiamo spesso notizia di casi di cani che vengono definiti, a giusto titolo, “eroi”, per le imprese che sono in grado di compiere. Cani eccezionali ritrovano le persone sotto le valanghe, in mare, tra le macerie, individuano sopravvissuti, cercano chi è scomparso e letteralmente salvano le vite degli umani. Moltissimi di questi cani eroici sono animali che lavorano fianco a fianco insieme all’uomo in determinati contesti e mestieri – forze dell’ordine, unità di soccorso, pastorizia – dove il loro fiuto, la loro concentrazione e intelligenza sono straordinari strumenti a supporto di uno specifico addestramento che hanno seguito fin da cuccioli.
A questo proposito, ci vogliamo chiedere: un cane è coraggioso perché è indotto dall’uomo a un comportamento tale o può lanciarsi in aiuto di qualcuno anche seguendo il puro istinto? A questa domanda ha risposto uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’università dell’Arizona che ha dimostrato che anche i cani da compagnia che non hanno alcuna preparazione possono agire con la volontà di salvaguardare i membri del proprio branco. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica online Plos One nel 2020 e ha mostrato come un terzo di un gruppo composto da 60 cani da compagnia di età superiore a 9 mesi – privi di specifico addestramento al salvataggio – è riuscito a “trarre in salvo” proprio l’amico che chiedeva aiuto. Uno dei test prevedeva infatti che il proprietario di ogni cane fosse chiuso dentro una grande scatola provvista di una porticina chiusa e che invocasse soccorso in presenza dell’animale. Il risultato ha soddisfatto il team dei ricercatori che ha dichiarato che un buon numero di cani – un terzo appunto – ha raggiunto lo scopo di aprire la porticina e liberare la persona semplicemente seguendo una tendenza naturale. Un’ulteriore prova sono stati gli altri due test effettuati sui cani da compagnia: quando nella scatola c’era soltanto del cibo oppure il proprietario vi era chiuso ma stava calmo, i cani si sono mostrati tranquilli, privi di segni di agitazione o di stress che invece presentavano ascoltando le richieste di aiuto, momenti nei quali sono riusciti anche a schiudere la porticina per un numero maggiore di volte.
Quindi la conclusione che è stata tratta è che pare esistere un impulso che muove i cani in soccorso del proprietario e questo senza un precedente e particolare allenamento al rischio ma piuttosto per via empatica e per contagio emotivo. Uno slancio primitivo verso i membri del proprio gruppo che ancora una volta fa capire quanto vicini ci siano questi animali preziosi e speciali, presenze a volte silenziose e discrete, a volte chiassose e turbolente, ma che vigilano con occhi, orecchie, code e tartufi sempre all’erta affinché nulla di male ci possa accadere.