Da pochissimi giorni è entrata in rifugio Mina, una femmina di taglia medio-grande di neppure un anno e mezzo, con un mantello a pelo lungo di un nero intensissimo, privo di riflessi rossicci, frutto sicuramente di un incrocio con un Samoiedo. Mina è una cucciolona davvero molto bella e dal carattere affabile, che non dovrebbe passare inosservata agli occhi di chi è alla ricerca di un cane giovane, esuberante e che non si adatta alla vita sedentaria.
Anche Rocky è in rifugio da qualche giorno: si tratta di un meticcio di taglia piccola nato il 28 aprile di due anni fa, che ha trascorso gran parte della sua vita in un terrazzino di una casa del centro storico del capoluogo. Rocky è stato lasciato in rifugio anche a seguito delle segnalazioni e dei post che, da alcune settimane, erano apparsi su Facebook: ora è in un box di dimensioni adeguate e per alcune ore può scorrazzare nell’area di sgambatura. Ovviamente attende un’affido che, come nel caso di Mina, non dovrebbe tardare, dato che anche Rocky è un giovane cane con un carattere socievolissimo.
Mina e Rocky si aggiungono agli altri due giovani cani presenti in rifugio: Birillo – un cucciolo di neanche un anno che al momento non risulta adottabile perchè sta seguendo un percorso di recupero che ci si augura possa concludersi con la rimozione del perenne stato di paura nel quale il cane vive – e Teo – un cucciolo bianco di piccola taglia dalla grande vivacità, che domani lascierà il rifugio e inizierà l’avventura con la sua nuova famiglia adottiva.
Come accade quasi sempre in apertura d’anno, il rallentamento degli affidi si percepisce nettamente: è molto probabile – almeno questo è l’augurio – che riprenderanno a primavera, quando nelle famiglie si riaffaccia, in genere, la voglia di nuovi progetti di vita.
A onor del vero, a determinare il rallentamento degli affidi è stato anche il respingimento di tre richieste di adozione: decisioni assunte dopo che le visite di pre-affido erano risultate negative. La procedura che viene sempre seguita in caso di domanda di adozione prevede, infatti, un colloquio con la responsabile delle adozioni, la compilazione di un questionario di pre-affido e, per l’appunto, la visita a domicilio di un incaricato dell’associazione, che redige un verbale e acquisisce notizie e informazioni sul campo. Nei tre casi in cui la visita di pre-affido si è conclusa con una proposta di respingimento sono state riscontrate carenze gravi: in un caso, ad esempio, l’altezza della recinzione era insufficiente per il tipo di cane per cui la famiglia si era proposta, mentre in un altro il luogo che l’adottante indicava per la sistemazione della cuccia era sì all’interno dell’abitazione, ma in un sottoscala umido e malsano.
Anche questi episodi confermano che, in Apaca, l’obiettivo di far rimanere i cani in rifugio il minor tempo possibile non prevale mai sulla regola che presiede agli affidi: ossia, che ciò che va sempre assicurato al cane è un futuro in cui sono garantite le cinque libertà che determinano il suo benessere psico-fisico.