La letteratura cinofila è piena di riflessioni sulle differenze (vere o presunte) tra cani maschi e cani femmina. La convergenza d’opinioni si registra solo quando si osservano gli animali dal punto di vista fisiologico, dove la differenza la fa il ciclo sessuale, ma, per quanto attiene il comportamento, non di rado imperversano opinioni che sono solo luoghi comuni.
E’, ad esempio, opinione diffusissima che, quando è in calore, sia la femmina a scappare, mentre è esattamente il contrario: la femmina non si muove e sono i maschi che arrivano da ogni dove! Altra convinzione che non vale come regola è che i maschi siano più grossi e le femmine sempre più piccole: in verità, in molti meticci di taglia piccola e anche in alcune razze, la differenza è davvero poco apprezzabile, sia rispetto all’altezza che con riferimento al peso. E poi c’è la pipì, che la femmina terrebbe con più facilità del maschio, mentre, in realtà, la capacità di trattenere l’urina è la stessa e ciò che trae in inganno è la frequenza delle minzioni quando si è in passeggiata, che nel maschio -tutto impegnato a marcare il territorio- sono molto più frequenti di quelle della femmina che, invece, si gode il paesaggio!
Sul fronte del comportamento, se è vero che il maschio tende ad essere maggiormente aggressivo è anche vero che in canile arrivano femmine molto dominanti, con una inclinazione all’aggressività davvero marcata. Lo stesso vale per il carattere: non sempre la femmina è più ubbidiente e docile e, solo a volte, il maschio, che dovrebbe rispondere meglio all’addestramento e ai “premi”, si lega di più al proprio compagno umano del momento.
Nella vita del canile ciò che si osserva è una grande varietà di caratteri e comportamenti, che spessissimo non sono affatto legati al sesso, ma piuttosto alle esperienze vissute dal cane e alla sua genetica “meticcia”: infatti, esperienze di vita e genetica sembrano contare molto di più del “genere” maschile o femminile.
Ma una ricerca di qualche mese fa dell’Università di Vienna ha gettato nuova benzina sul fuoco, affermando che i cani di sesso femminile hanno capacità cognitive superiori, poichè, a differenza dei maschi che sarebbero geneticamente predisposti per essere cacciatori, le femmine dovrebbero essere più attente, vigili e risolutrici in quanto prediposte geneticamente ad essere genitrici. Insomma, anche nell’universo canino si va affermando quella differenza di genere che per il maschio umano è, da tempo, un’ossessione, ossia che… l’intelligenza è femmina!