Calcolare l’età “umana” dei cani è un vezzo di tutti i proprietari, un vezzo che nasce da almeno due atteggiamenti “culturali” molto diffusi: il primo è l’errore di prospettiva (ancorchè inconscio) che porta a misurare il mondo col metro dell’antropocentrismo, e il secondo, invece, è la debolezza che fa dimenticare i caratteri etologici e cedere al desiderio (spesso conscio) di “umanizzare” alimentazione, comportamenti, emozioni e, quindi, anche la carta di identità dell’animale non umano!
E forse c’è di mezzo anche il business: infatti, qualche tempo fa Scienze Alert ha ricordato le conclusioni di un veterinario della Kansas State University secondo il quale la nascita (abbastanza recente) dell’abitudine di conteggiare 7 anni umani per ogni anno di vita del cane altro non era stata che “una manovra di marketing. Era un modo per incoraggiare i proprietari a portare (dal veterinario, ndr) i loro animali domestici almeno una volta all’anno”.
Comunque sia, mentre altre antropomorfizzazioni producono danni seri al cane e alla sua identità, calcolare la sua età “umana” è un vezzo innocuo ed è per questo che anche noi abbiamo ceduto alla tentazione. Ovviamente non abbiamo utilizzato la vecchia ed errata consuetudine dei 7 anni, ma abbiamo applicato una più recente tavola di equiparazione che tiene in debita considerazione anche il peso, la taglia e l’aspettativa di vita dell’animale.
Ne è uscita una galleria in cui scopriamo, con sorpresa, un bel gruppetto di splendidi cinquantenni e anche di avere scarse probabilità di raggiungere…i 92 anni di Pucci!