Nusy: colpita da ischemia è ora in terapia di sostegno

Nusy: colpita da ischemia è ora in terapia di sostegno

Domenica 26 giugno Nusy ha rischiato di morire. Improvvisamente, ha iniziato a deviare la camminata sulla destra, poi a sobbalzare e, infine, si è prima adagiata sui posteriori – che hanno ceduto- e poi su un fianco. In più soffriva in maniera evidente di nausea e non rispondeva ai richiami.

Fortunatamente, tutto ciò è accaduto quando il rifugio era ancora aperto: subito soccorsa da Manuela e da altri volontari presenti, Nusy è stata portata subito dal veterinario, che si è reso prontamente reperibile.

NusyChi l’ha soccorsa ha individuato nei comportamenti di Nusy i sintomi di un possibile attacco ischemico cerebrale, dato che la cagnotta presentava debolezza agli arti, perdita di equilibrio e scarso coordinamento, uno stato di coscienza non proprio lucido e, poi, il “nistagmo”, cioè un movimento ripetuto e incontrollato degli occhi che è un segnale significativo anche dell’ictus. In più c’è il fatto che Nusy è un soggetto che presenta più di un fattore di rischio ischemico: è un cane anziano (ha 15 anni) ed è cardiopatica. Soffre, inoltre di ipotiroidismo, una malattia che si sospetta possa anch’essa portare ad un maggior rischio di ictus. Infine, c’era stato qualche giorno di vero caldo estivo: un’altra circostanza che per i cani anziani equivale ad un aumento del rischio ischemico.

La corsa dal veterinario è stata anticipata da una lunga telefonata, nel corso della quale gli sono stati dettagliati tutti i sintomi che Nusy presentava. Ma un aiuto è venuto anche dalla tecnologia: al medico è stato, infatti, mandato un breve video girato con lo smartphone, dal quale ha potuto classificare in anticipo il tipo di nistagmo che si era manifestato qualche minuto prima.

Il veterinario ha confermato la diagnosi di attacco ischemico ed avviato immediatamente la terapia di sostegno, che ha permesso alla cagnotta di stabilizzarsi. Da allora, due volte al giorno vengono somministrati a Nusy i farmaci prescritti e una guarigione -anche se non proprio completa- sembra possibile: almeno questo è l’augurio di tutti.