Da quasi un mese, alcuni pazienti del Centro diurno psichiatrico di Pieve di Cadore -che fa capo all’USL n.1- trascorrono la mattinata al rifugio Apaca in compagnia dei volontari e dei cani ospiti della struttura. E’ un’attività che rientra tra quelle che il Centro svolge a sostegno di pazienti affetti soprattutto da disturbi d’ansia, che nella relazione con gli operatori del rifugio – impegnati nell’accudimento dei cani- possono trovare stimoli e motivazioni utili al percorso di assistenza e cura.
E’ la prima volta che una struttura sanitaria bellunese di competenza psichiatrica sceglie un contesto come quello del canile-rifugio, trovando nell’associazione che lo gestisce immediata disponibilità ad ospitare persone che, fin dalle prime visite, hanno dimostrato di gradire la nuova situazione con la quale si stanno confrontando.
Ovviamente, siamo ben lontani dalle Terapie Assistite con Animali, che sono vere e proprie attività terapeutiche, ma l’attività relazionale che viene svolta sotto la guida di Paola, educatrice professionale e di Giovanna e Francesca, operatrici socio-sanitarie del Centro è considerata comunque efficace per aumentare la qualità e l’intensità della socializzazione dei pazienti.
Per il Centro diurno psichiatrico diretto dal dott.Fabio Candeago e per APACA le visite sperimentali sono andate bene ed è, così, che i due organismi hanno deciso di passare ad un progetto più impegnativo che prevede anche l’affiancamento dei pazienti nelle passeggiate con i cani condotti dai volontari ed incontri di informazione cinofila curati dai responsabili del rifugio. Nelle intenzioni del Centro e di Apaca – e sempre che i risultati continuino, come in questa prima fase, ad essere positivi- l’attività di sostegno dovrebbe proseguire fino alla prossima primavera.
Il bacino d’utenza del Centro Diurno Psichiatrico di Pieve comprende i venti comuni del Distretto che va da Cortina d’Ampezzo a Sappada, a Perarolo. Attraverso una continua opera di mediazione sociale, svolge interventi riabilitativi che puntano al migliore reinserimento possibile del soggetto nel contesto di appartenenza. Sotto questo profilo, l’attività presso il rifugio Apaca è una novità che i pazienti stanno dimostrando di apprezzare particolarmente.