Dopo il caso del personale sanitario che non si è preoccupato del cane della persona soccorsa, rifiutandosi di farlo salire sull’ambulanza – e, di fatto, “abbandonandolo” in mezzo alla strada – un altro caso di colpevole indifferenza ci viene segnalato da una spiaggia molto amata dai bellunesi.
Nicoletta ci scrive: “Come purtroppo accade spesso, nelle nostre spiagge libere troppe persone lasciano liberi i loro cani e, come sappiamo, quando due cani sono insieme e magari sono pure di taglia grande, fanno branco e accade che attacchino altri cani: così è capitato a metà settembre in una spiaggia di Caorle dove due grossi cani sciolti hanno aggredito un cagnolino ferendolo gravemente. Si sa, la colpa certo non è dei cani ma della dabbenaggine umana. La cosa che mi ha ulteriormente scossa è stata, però, la mancanza di un pronto intervento per animali e soprattutto il netto rifiuto dei bagnini ad intervenire, dicendo chiaramente che questo tipo di intervento non rientrava nelle loro competenze. Per fortuna, uno di loro, dopo una insistente sollecitazione, ha comunque prestato il primo soccorso, ma è toccato a noi turisti cercare un veterinario nei pressi, visto che il 112 non era in grado di darci un numero di telefono da chiamare o indicarci il centro più vicino a cui potevamo rivolgerci. Abbiamo dovuto, quindi, portare noi il cagnolino da una veterinaria, che fortunatamente se ne è occupata, salvandolo. Mi chiedo, però, non solo se non fosse possibile monitorare le spiagge e multare i possessori di cani liberi, ma anche come mai nessuno ha dato ai bagnini non dico istruzioni precise ma almeno un numero di emergenza da chiamare in caso di incidenti come quello a cui ho assistito.”
Domande legittime quelle di Nicoletta, formulate dopo aver toccato con mano l’indifferenza di soggetti che, in questo caso, sono da considerare quantomeno “persone esercenti un servizio di pubblica necessità” (art.359, c.p.) che tra i propri compiti hanno anche la vigilanza sul rispetto dell’ordinanza balneare locale e di quelle che il sindaco avrà sicuramente emanato per individuare le attività vietate.
Teoricamente, quindi, dei cani liberi in un’arenile che prevede l’uso del guinzaglio non solo configurano una infrazione amministrativa, ma rappresentano una potenziale fonte di pericolo per l’incolumità e la sicurezza dei bagnanti, che i bagnini sono tenuti a garantire. E’ certo che il bagnino non potrà sanzionare i trasgressori, ma potrà, però, far intervenire la polizia locale o avvisare la direzione dello stabilimento e sarà, comunque, suo dovere professionale adoperarsi per ricreare una situazione di sicurezza nel settore di sua competenza.
Quanto ai numeri di telefono dell’emergenza veterinaria, conoscerli sarebbe stata una dimostrazione di efficienza e di giusta attenzione ai turisti e ai cittadini, qualità che i protagonisti di questa vicenda evidentemente non possedevano!
Abbiamo raccontato proprio oggi quest’ennesima vicenda di indifferenza per ricordare a tutti noi – nella Giornata Mondiale degli Animali – quanta strada dobbiamo ancora percorrere per raggiungere il rispetto di ogni essere vivente, vegetale, animale o uomo che sia!