Nel giro di qualche giorno, due sentenze hanno sconfessato i provvedimenti restrittivi di altrettanti comuni italiani che si sono inventati obblighi e divieti illegittimi.
A Lodi, il giudice di pace ha negato validità alla norma del regolamento comunale che impediva ai cani e ai loro possessori l’accesso ai parchi cittadini. Il giudice, in sostanza, ha stabilito che i sindaci non hanno diritto di limitare la libertà di movimento dei proprietari di cani, imponendo divieti di accedere a luoghi pubblici dove, invece, l’accesso ai cani è consentito, al massimo, rispettando due sole condizioni: guinzaglio e museruola. Secondo le associazioni che hanno seguito la vicenda, questa sentenza stabilisce un principio, ossia che “igiene, sanità e incolumità pubblica possono essere fatte rispettare mediante divieti e sanzioni quali l’obbligo del guinzaglio e della raccolta delle deiezioni, senza, però, ulteriore necessità di limitare a priori le libertà di movimento dei detentori degli animali d’affezione.”
A San Gregorio nelle Alpi (BL), invece, il 14 aprile di quest’anno l’Amministrazione si inventa, attraverso un’ordinanza, di obbligare all’uso della museruola i proprietari dei cani appartenenti all’elenco delle razze ritenute pericolose, ignorando che la legge a cui fa riferimento l’ordinanza non è più in vigore dal 2009. L’associazione Earth ricorre al TAR e, qualche giorno fa, il tribunale amministrativo veneto ha accolto il ricorso, condannando il comune – che pur aveva ritirato l’ordinanza dopo solo un paio di mesi – al pagamento delle spese legali. “Gli amministratori dei comuni – dice un comunicato dell’associazione romana – devono imparare che l’unico vero modo per proteggere i cittadini è quello di dare la possibilità ai cani di socializzare il più possibile attraverso aree apposite e permettendo loro l’ingresso nei locali pubblici.”
Entrambi sono casi emblematici di come troppi amministratori gestiscono ancora le questioni relative agli animali: scocciature a cui è meglio rispondere sempre con divieti, obblighi, impedimenti, oneri, vincoli e imposizioni, lasciando a rarissimi sindaci la pratica virtuosa delle politiche inclusive, le uniche in grado di migliorare davvero la condizione degli animali e la loro convivenza con le comunità!
Chi vive in comuni dove le Amministrazioni si sono “inventate” divieti illegittimi come questi ha, ora, un argomento in più per chiederne la cancellazione. Noi, intanto, manderemo al comune di San Gregorio nelle Alpi copia del nuovo Regolamento sul benessere animale che abbiamo predisposto insieme alle altre associazioni animaliste della provincia: adottarlo (anche solo in parte, visto che il regolamento approvato dal consiglio comunale di San Gregorio il 19 dicembre del 2007 è già un “buon provvedimento”) significherebbe far fare alle relazioni tra i cittadini e gli animali di quel comune un bel balzo in avanti in termini di qualità e reciproco rispetto.