Cure mediche gratuite per i cani e i gatti delle persone che appartengono alle fasce meno agiate della popolazione, quelle, in sostanza, che non superano i 7 mila euro di reddito all’anno (la c.d. “no tax area”). Stesso beneficio anche per le onlus che si occupano di animali abbandonati e li curano con grande fatica visti i prezzi dei farmaci veterinari.
Per il momento è solo una proposta di legge: la n.4023, che l’on.le Walter Rizzetto (FdI-AN) ha presentato il 5 agosto dell’anno scorso alla Camera per istituire il Servizio Sanitario Veterinario convenzionato e, insieme, l’anagrafe canina e felina.
I consensi sono arrivati dalle associazioni animaliste e ambientaliste come Legambiente, ma non dall’ANMVI, che ha bocciato l’iniziativa di Rizzetto perchè – secondo l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani- la proposta, così com’è formulata, non è in grado di raggiungere i pur meritevoli obiettivi che si prefigge. Sta di fatto che la proposta di legge non è stata ancora assegnata ad alcuna commissione e probabilmente non arriverà mai in aula.
Intanto c’è già chi può beneficiare della sanità veterinaria gratuita: sono i cittadini di Roma, che, grazie al servizio attivato dal Comune, possono accedere a cure veterinarie gratuite per i propri cani e gatti se hanno un reddito ISEE non superiore a 15mila euro. Possono richiedere il servizio anche i titolari di pensione sociale, i cittadini non vedenti con cane conduttore e le associazioni no profit.
E i pensionati e gli indigenti di Alano, di Sappada, di Cencenighe e degli altri 8.000 comuni italiani? Aspettano e sperano!