14 novembre 2016: una serata che APACA ricorderà per tanto tempo

14 novembre 2016: una serata che APACA ricorderà per tanto tempo

Già bastava la super Luna a rendere speciale questa serata: ma noi di APACA ricorderemo questo 14 novembre 2016 non soltanto per la più grande luna piena visibile da 70 anni, ma come la sera in cui…Gino è tornato in rifugio.

Dopo un mese di vagabondaggio in un’area compresa tra Fiammoi e il Col di Roanza, Gino è stato ripreso alle 17.30 di oggi e riportato sano e salvo in rifugio, da dove il 16 ottobre se n’era andato, scalando la recinzione di due metri e facendo perdere rapidamente le proprie traccie.

ginoI volontari si sono immediatamente organizzati: come da manuale, hanno affisso gli avvisi di ricerca in tutta la zona, avvertendo che il cane non si sarebbe fatto avvicinare facilmente. E così è stato. Nei primi dieci giorni di “fuga” Gino compariva e scompariva con la stessa rapidità: le “ronde”dei volontari perlustravano mattino, pomeriggio e sera tutta la zona, sia in auto che a piedi, seguendo gli avvistamenti e le segnalazioni. Ma tutte le volte che qualche volontario riusciva ad avvicinarsi riceveva da Gino uno sguardo severo, seguito da una rapida fuga in direzione opposta.

Le ricerche sono proseguite ininterrottamente nelle settimane successive, finchè non è stato possibile stabilire con certezza il luogo dove Gino era solito passare la notte: a quel punto è stata installata una foto-trappola, che, fortunatamente, ha fatto in tempo a scattare qualche fotogramma di conferma della presenza del cane prima di venir rubata dall’“imbecille” di turno. Avuta, quindi, conferma che Gino transitava regolarmente in quel luogo, alcuni volontari hanno iniziato a collocare del cibo e a verificarne il regolare consumo, finchè è arrivato il momento di chiedere l’aiuto del Corpo di polizia provinciale, che ha installato una gabbia di cattura.

Dopo sei giorni, la gabbia è scattata alle spalle di Gino, che probabilmente ha trascorso solo un’ora ingabbiato, dato che, come erano soliti fare da qualche giorno, Alessio e Walter, due dei volontari che maggiormente si sono adoperati per riprendere il cane, si sono recati sul posto a metà pomeriggio, trovando Gino tranquillamente disteso all’interno della gabbia. Sul posto sono immediatamente arrivati gli agenti del Corpo di polizia provinciale insieme a Manuela Viezzer, vice-presidente di APACA, che ha chiesto il permesso di procedere personalmente a far indossare a Gino collare e pettorina, evitandogli la cattura con il laccio. Sotto lo sguardo attento degli agenti, Gino si è avvicinato a Manuela, ha indossato pettorina e collare e camminando a fianco a lei è salito sull’auto che lo ha riportato in rifugio.

Un grazie davvero sincero va a tutte le persone che in queste settimane hanno telefonato incessantemente per segnalarci gli spostamenti di Gino; alle due famiglie di Pedeserva e di Sopracroda che hanno permesso che venissero installate nei loro terreni le fototrappole e la gabbia di cattura; agli agenti del Corpo provinciale di polizia Sergio Umattino, Luca Catello e Lisa Azzalini e al loro dirigente Oscar Da Rold; a tutti i volontari che hanno partecipato alle ricerche, ma soprattutto ad Alessio, Walter e Renato che hanno dedicato tempo, energie e passione per permettere a Gino di terminare un’avventura che avrebbe potuto concludersi anche tragicamente, con uno sparo che pochi avrebbero collegato a lui o con uno dei bocconi avvelenati che ogni tanto vengono rinvenuti in quei quartieri della città.

Grazie all’aiuto di tutte queste persone APACA ha anche impedito che Gino “diventasse un problema” per quell’area popolosa che va da Fiammoi a Sopracroda ed ha restituito al cane l’opportunità di un affido: adesso tocca ai bellunesi – ma quelli davvero motivati – di candidarsi ad “amici per la vita” di Gino.