Quello tra cane e proprietario è un vero e proprio rapporto di coppia, influenzato dall’ambiente sociale e dal livello di addestramento del cane, ma che a volte stupisce per la straordinaria sincronia.
Tanti gli esempi possibili. Di solito, se ha un compagno umano che si impaurisce facilmente il cane tenderà ad essere poco socievole quando incontra altri cani, mentre un proprietario giocherellone avrà spesso a fianco un cane gioioso. A volte sembra, poi, che i cani siano più rilassati quando sono accarezzati dalle donne piuttosto che dai maschi o che i cani maschi dei proprietari maschi siano più socievoli e attivi dei cani maschi di proprietari di sesso femminile. Sembra anche che la fiducia reciproca tra cane e proprietario sia maggiore all’interno di coppie dello stesso sesso, che, però, sarebbero meno portate a cooperare.
Nel 2010, l’Università di Vienna aveva dimostrato che i cani sono portati a sperimentare la tendenza automatica all’imitazione mano/zampa nonché ad imitare quelle azioni anche quando è costoso farlo o quando queste interferiscono con lo svolgimento efficace di un compito in corso. I risultati dei test fornirono la prima prova di imitazione automatica e di contro-imitazione nei cani. La ricerca austriaca dimostrò anche che è l’ultimo addestramento durante lo sviluppo a giocare un ruolo significativo nel plasmare il comportamento imitativo.
Qualche anno dopo, la stessa Università ha sottoposto a diversi test 132 cani e i rispettivi proprietari, arrivando ad affermare qualcosa in più, ossia che i cani possono rispecchiare alcune emozioni dei loro proprietari, in particolare ansia e negatività. A loro volta, se rilassati e amichevoli i cani possono “trasferire” questo stato d’animo agli umani, aiutandoli ad affrontare situazioni di stress. E’ stata valutata la personalità di persone e animali e poi sono state misurate la frequenza cardiaca, la risposta a minacce e situazioni di stress. Sono stati inoltre prelevati campioni di saliva per analizzare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress (tra l’altro, l’elemento di novità della ricerca austriaca sarebbe proprio l’utilizzo della variabilità del cortisolo per valutare la risposta agli stress). Quel che è emerso è che i cani mostrano una diversa variabilità di cortisolo in base alla personalità del loro proprietario: ad esempio, i cani di padroni nevrotici hanno una variabilità di cortisolo più bassa, il che sarebbe segno che non riescono a far fronte a situazioni stressanti.
In breve, “la personalità incide su come interagiamo con gli altri e col mondo. I cani sono sensibili agli stati emotivi dei loro proprietari ed è possibile un “contagio” emotivo tra i due. Quello tra cane e proprietario è, infatti, un rapporto di “diade” sociale, di coppia: si influenzano l’un l’altro nell’affrontare lo stress e, in questa dinamica, l’influenza del partner “umano” risulterebbe più forte.”