Intanto, chiariamo subito chi sono i “pets owners”: sono i possessori di animali, ma il termine inglese viene sempre più spesso preferito all’italiano “padrone” o “proprietario”, termini che rimandano a un legame di tipo subalterno con l’animale. Anche l’ANMVI -Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani usa questo termine nella recentissima indagine 2017 sui proprietari e possessori di animali d’affezione, ripresa con interesse anche nel rapporto 2017 Assalco-Zoomark che guarda ai pets owners come a clienti di ambulatori veterinari e di negozi di articoli per animali.
Dall’indagine ANMVI emerge il profilo del proprietario italiano e delle famiglie che ospitano animali, un profilo che è molto differente da quello che era scaturito nelle due precedenti ricerche del 2007 e del 2011.
Innanzitutto, il 68,5% dei proprietari di animali è donna, il 31,5% è uomo. E la novità è proprio che, negli ultimi dieci anni, la percentuale di uomini proprietari di animali è nettamente aumentata, passando dal 24,7% al 31,5%, a dimostrazione di una evoluzione culturale solo pochi anni fa impensabile.
Il nucleo familiare dei pets owners è composto mediamente da 2,8 componenti (esattamente: il 34,3% è un nucleo composto da due persone; il 24,1% da tre persone e il 22,4% da quattro persone), perfettamente in linea con l’andamento demografico nazionale: infatti, anche quelle che ospitano animali sono famiglie meno numerose rispetto a dieci anni fa, quando la media era di 3,1 componenti. In generale, sono presenti più animali nelle famiglie più numerose e che risiedono nei comuni più piccoli; e così anche nelle case di chi svolge un lavoro autonomo e in quelle in cui vivono animali da maggior tempo. La stragrande maggioranza di proprietari di animali (78,9%) appartiene a nuclei familiari senza bambini sino a 12 anni, dato in aumento del 4% rispetto a dieci anni fa. Solo all’interno del 10% delle famiglie con animali, ci sono anche bambini piccoli. In dieeci anni, sono aumentate, invece, di 2,4 punti percentuali le famiglie con animali composte da un unico componente (passano dall’ 8,4% all’ 11,1%).
L’età media di chi possiede un animale è di 53 anni. Il 23,7% ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni; il 22,5% tra 55 e 64 anni. Ne deriva che quasi la metà dei pets owners ha tra i 45 e 64 anni, mentre il 30% ha meno di 45 anni e il 23% è ultrasessantacinquenne.
Per quanto riguarda la scolarizzazione, i proprietari di animali hanno prevalentemente un diploma superiore (42%, mentre dieci anni fa i diplomati erano il 31,7%) o un diploma inferiore (29,1%). In aumento i laureati: erano il 10% nel 2007, ora sono il 18,5%, mentre sono pochissimi ormai i proprietari con la sola licenza elementare (9,8%).
Guardando all condizione occupazionale, la ricerca ANMVI attesta che il 40% dei proprietari sono professionisti, mentre le casalinghe rappresentano il 20,6% e i pensionati il 27,6%.
Dati di sicuro interesse anche per i canili, che devono muoversi in un contesto socio-demografico molto articolato, in cui, ad esempio: l’età media di chi possiede cani (53anni) fa crescere verosimilmente la “domanda” di cani giovani; il livello di scolarizzazione in crescita (diplomati e laureati) impone linguaggi appropriati nella presentazione delle adozioni; la presenza di un numero elevato di pensionati potrebbe costringere il canile a garantire l’ospitalità del cane adottato nei periodi di malattia del proprietario. Tutti elementi e fattori che contribuiscono a cambiare il ruolo e la funzione zooantropologica del rifugio.