A Capodanno (e tutto l’anno) né botte né botti

A Capodanno (e tutto l’anno) né botte né botti

Per il secondo anno il comune di Belluno punta sull’informazione

Con l’arrivo delle festività, come ogni anno, si ripresentano il problema e la polemica riguardanti i botti di Capodanno e i danni che possono causare agli animali che ne hanno paura o che non tollerano lo scoppio assordante di petardi e fuochi d’artificio. Per non parlare degli animali selvatici, come per esempio alcune specie di volatili che si ritrovano disorientati dal fortissimo rumore prodotto dai botti.

A commento di una questione annosa e difficilmente risolvibile, quest’anno vogliamo parlarvi dell’iniziativa “Né botte né botti” proposta a partire già dall’anno scorso dal Comune di Belluno. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione che vuole diffondere la conoscenza della pericolosità nel maneggiare materiale pirotecnico e dei danni causati a persone e animali: anche anziani, persone malate o in cura in ospedale, infatti, possono subire il disturbo di festeggiamenti troppo chiassosi. Percorrere la strada dell’educazione e dell’informazione è sicuramente un’ottima alternativa all’imposizione di ordinanze che spesso sono difficili da applicare o che non vengono seguite.

Il materiale del progetto educativo, fornito in primis ai bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado, è distribuito dalla Lav e dal Ministero dell’Istruzione con il patrocinio del Comune di Belluno. Il messaggio che gli animali da compagnia e selvatici – ma anche la fascia delle persone più deboli – meritano rispetto e protezione passa anche da un gesto come questo, ribadito dalle affissioni che si possono notare in città. Un messaggio che spicca dalle bellissime e dettagliate illustrazioni di cani, gatti, volpi e uccellini e dalle chiare parole scritte sui manifesti color pastello: “A Capodanno e tutto l’anno né botte, né botti, gli animali ringraziano!”

Chissà che l’appello venga accolto e che l’ultimo giorno dell’anno sia dedicato a un divertimento meno rumoroso, più silenzioso e riflessivo, rivolto anche a chi non gradisce lo strepito cui spesso ci si sente obbligati per salutare l’anno nuovo.