E’ morto Totò, in rifugio da 19 giorni. Aveva solo 7 anni, era dolcissimo e alla continua ricerca di un contatto. Ha mangiato, corso e giocato fino a poche ore prima di accucciarsi, rifiutando da quel momento cibo ed acqua. Le sue condizioni sono rapidamente peggiorate e alle 20.30 di martedi 13 giugno due volontarie, Paola e Laura, lo hanno portato all’ambulatorio veterinario dove gli è stata praticata l’eutanasia.
Prima di darne notizia, abbiamo voluto attendere l’esame necroscopico che è stato svolto, come al solito, dal Dipartimento di Biomedicina Comparata dell’Università di Padova: l’esame ha rivelato che il meccanismo ultimo di morte è stato un arresto cardio-respiratorio, ma la causa vera della morte è stata una leucemia.
Totò, dunque, è arrivato in rifugio quando era già molto malato, anche se chi lo ha abbandonato non ha riferito di alcuna particolare patologia, salvo poi informarsi più volte nei giorni successivi sul suo stato di salute. Il sospetto è, dunque, che Totò sia stato lasciato in canile per morire, proprio come raccontano spesso le cronache dei rifugi, che accolgono sempre più spesso cani che non si vuole o non si è nelle condizioni economiche di curare.
Per tutto il breve periodo di permanenza in rifugio, Totò ha sempre cercato il proprio “padrone”, non rassegnandosi all’abbandono: ma era un cane allegro, che già aveva attirato l’attenzione di una famiglia interessata all’affido. Nell’attesa che questa prospettiva si concretizzasse, Totò si faceva volentieri consolare dai volontari: e due di loro lo hanno accarezzato fino al momento dell’addio, come dev’essere per ogni cane che ci lascia.