Nelle ultime settimane abbiamo assistito atterriti e increduli allo scoppio della tragica situazione in Afghanistan, raccontata da organi di stampa e social media attraverso storie e immagini davvero impressionanti. Soprattutto quelle dei tentativi di fuggire dalla capitale Kabul, finita sotto il controllo delle milizie talebane: centinaia di persone innocenti in preda al terrore, all’orrore e all’incapacità di trovare un rifugio, una via di fuga, un senso a ciò che sta accadendo.
Insieme a quelle di una popolazione sconvolta, ci giungono le notizie delle associazioni animaliste in territorio afghano che si stanno battendo per proteggere ed evacuare gli animali di cui cercano di prendersi comunque cura, pur dentro questo scenario sconvolgente. L’associazione Nowzad per esempio, fondata dall’ex marine britannico Pen Farthing e che in quindici anni si è occupata di cani, gatti e asini, ha formato veterinari e offerto cure, in questi giorni è riuscita a portare in salvo i suoi animali, dopo le difficoltà iniziali. La giornalista e attivista Margherita d’Amico in un articolo accorato su La repubblica racconta che l’aereo cargo con il quale sarebbero dovuti partire dall’aeroporto internazionale Hamid Karzai di Kabul per raggiungere la Gran Bretagna all’ultimo momento è stato bloccato.
Come scrive Toni Capuozzo, è una specie di Arca di Noè che cerca di salvare quanti più animali possibile ma purtroppo sembra non farcela.
È ancora di questi giorni la notizia che l’associazione Kabul Small Animal Rescue e la sua fondatrice, Charlotte Maxwell-Jones, stanno anch’essi aspettando di poter affittare un aereo privato per lasciare il paese insieme agli animali, tra cui 130 cani di cui si hanno pochissime notizie, come racconta la Lega Nazionale Per La Difesa Del Cane in uno dei suoi appelli alla solidarietà. È possibile infatti fare donazioni e firmare sottoscrizioni per sostenere le associazioni in cerca di salvezza.
Tutto ciò accade mentre l’aeroporto di Kabul è stato anche colpito da un terribile attentato, il 26 agosto scorso. I volontari resistono e tentano ogni strada per portare al sicuro se stessi e gli animali cui sono affezionati. Non riusciamo a provare del tutto sollievo nel venire a conoscenza di questi sforzi altruisti e combattivi per mettere in salvo persone e animali in un frangente di lotta tanto disperata per la sopravvivenza individuale, ma almeno possiamo sperare che l’umanità lì non sia del tutto scomparsa, e che sia riuscita a raggiungere anche l’inferno di Kabul.