Una ricerca condotta dall’Università di Edimburgo – ripresa da una nota ANSA.it – afferma che l’amore per gli animali sarebbe scritto nel Dna degli individui e deriverebbe dalla variazione nel gene che produce l’ossitocina, il neurotrasmettitore noto come l’ormone dell’amore.
Lo studio ha esaminato il Dna di 161 studenti, che hanno dovuto rispondere ad un questionario per valutare il loro grado di empatia nei riguardi degli animali. E’ emerso che gli studenti che avevano mostrato maggiore compassione per gli animali avevano anche una versione specifica del gene dell’ossitocina.
L’ossitocina è un ormone legato anche a diversi comportamenti umani come i legami sociali, il rapporto tra madre e figlio o nella coppia. Dallo studio è anche stato riscontrato che le donne rispondono con maggiore empatia nei riguardi degli animali.
Dunque, per la prima volta, i ricercatori sono riusciti a dimostrare il rapporto tra la genetica e l’amore per gli animali, ma è indubitabile che amare gli animali dipende da tanti altri fattori: l’ambiente sociale, le esperienze di vita, la personalità, ma anche le credenze religiose o filosofiche e la qualità della coscienza etica e morale. Non a caso, il movimento per i diritti animali nasce storicamente in seno ad altri movimenti di emancipazione sociale, come quello femminista, pacifista, ecologista, antirazzista.
Aldo Capitini, filosofo e pensatore religioso e padre del movimento nonviolento italiano, non aveva dubbi: “Sono convinto che gli uomini arriveranno veramente a non uccidersi tra di loro, quando non uccideranno più gli animali”, diceva.