In questo periodo di emergenza sanitaria e quarantena prolungata, è forse utile riepilogare le avvertenze che devono essere seguite da chi possiede animali o che comunque si occupa di loro.
In particolare, Enpa e Lav hanno stilato due guide dove sono riportate le indicazioni per prendersi cura degli animali durante il lockdown, nate come risposte alle innumerevoli domande ricevute a causa dell’allarme coronavirus. Vediamole insieme.
I cani possono essere portati fuori, ma solo per il tempo necessario a fare i loro bisogni e nelle immediate vicinanze della propria abitazione (i famosissimi 200 metri, ndr). Anche chi tiene i propri animali lontano da casa – animali da affezione, da reddito o presenti in strutture zootecniche registrate dal servizio veterinario – ha il permesso di recarsi ad accudirli, per dar loro da mangiare e da bere e per igienizzare il luogo. Non bisogna dimenticare di portare con sé l’autocertificazione barrando le caselle relative ai motivi di necessità e di salute legati al fatto che non solo gli animali lasciati soli rischierebbero di morire ma che l’incuria aumenterebbe anche i rischi sanitari. Nell’autocertificazione è possibile anche segnalare che ci si dirige presso gli animali di una terza persona impossibilitata a farlo, nonché che ci si sposta in un altro comune per la stessa motivazione.
Da fine febbraio Apaca utilizza questa immagine per contraddistinguere la propria comunicazione: un augurio per le persone e per gli animaliE chi si prende cura dei gatti delle colonie feline o dei cani liberi? Anche loro hanno il permesso di recarsi nella zona dove sono presenti i gatti o i cani, sempre avendo a portata di mano l’autocertificazione che specifica i motivi di necessità e salute, che ci si occupa degli animali al posto di qualcun altro, che si va in un altro comune perché privo di volontari oppure perché chi li curava non può più farlo. Anche i volontari di canili e gattili possono raggiungere le strutture dove prestano servizio, rispettando le limitazioni negli spostamenti: ciò significa che devono organizzarsi per la turnazione e possibilmente far spostare i volontari più vicini alla struttura, avendo con sé l’autocertificazione, anche in questo caso compilata per motivi di necessità e salute. Apaca, ad esempio, già dall’8 marzo ha adottato misure utili a contrastare il diffondersi del virus, chiudendo il rifugio, riducendo il numero dei volontari (solo tre al giorno), interrompendo le passeggiate dei cani, che possono però giocare nelle aree di sgambamento e rinviando le attività di formazione.
Se si nota per strada un animale ferito o in difficoltà bisogna segnalarlo alla polizia municipale in quanto il soccorso o il recupero di animali vaganti rientra fra le prestazioni indifferibili previste dal Ministero della Salute. Se le autorità non possono intervenire e l’animale si può avvicinare in sicurezza, è possibile portarlo presso il veterinario più vicino, precisando la situazione nell’autocertificazione.
Per quanto riguarda il cibo, non ci sono problemi: questo tipo di merce continua a essere prodotta e a circolare e i negozi per animali fanno parte degli esercizi commerciali rimasti aperti. In situazioni di emergenza o indifferibilità è naturalmente permesso portare il proprio animale da compagnia dal veterinario o andarlo a riprendere dopo un ricovero. Tuttavia, durante la permanenza in clinica o in ambulatorio non gli si potranno fare visite, a meno che non lo decida il medico veterinario per bisogni giustificati.
Ci sono, poi, gli animali di chi si trova in ospedale a causa del contagio: parenti o amici possono andare presso la loro abitazione ma, nel caso ciò non fosse possibile, è necessario rivolgersi alla polizia locale. Si raccomanda anche di sistemare in un posto ben visibile un avviso – Apaca ne ha predisposti uno ad hoc disponibile nella pagina “Soli in casa” – che avverte della presenza degli animali in casa, assieme al libretto sanitario ed eventuali terapie che devono seguire.
Informarsi correttamente è un gesto di responsabilità fondamentale per combattere paura e fake news, in un momento non facile sia per le persone che per gli animali che stanno loro accanto.