Tra qualche settimana iniziano le manifestazioni dell’estate bellunese e APACA sarà presente, con un proprio piccolo stand, in alcune di esse. Per attirare l’attenzione della gente bisognava, però, realizzare un nuovo striscione e un roll-up da posizionare accanto ai gadgets che i volontari di APACA andranno a proporre ai visitatori.
Abbinare il logo di APACA a un’immagine nota è sembrato il modo migliore per incuriosire e rendere efficamente il messaggio legato all’abbandono e all’emarginazione di cui l’Associazione si fa portatrice.
La scelta è caduta sul manifesto di A Dog’s life– Vita da cani, un mediometraggio girato da Charlot nel 1918, che ha come co-protagonista un piccolo randagio (Scrap), costretto a litigare l’osso con un branco di cani famelici e che Charlot salva, ricambiato da Scrap col ritrovamento di un portafoglio contenente una bella somma di danaro, con la quale il vagabondo e il cane si costruiranno una nuova vita.
Ma perchè APACA ha scelto proprio Charlot?
Perchè Charlot, vagabondo, poeta illuminato, ingenuo e sognante simbolizza uno degli aspetti più tragici della vita: è l’uomo messo al margine della società. E’ certamente “un clown ma è anche colui che attraverso il suo non essere integrato può svelare tutto ciò che di più triste, ingiusto e ipocrita si nasconde sotto la patina del perbenismo borghese” (Piero Di Domenico, Mymovies.it). E’, come dice Paul Duncan, “l’ultimo degli sfortunati, l’uomo che lavora, l’individuo che cerca di sopravvivere alla depressione economica, a due guerre mondiali e alla guerra fredda: qualunque crisi la vita gettasse su di lui, Charlot faceva finta di niente, raddrizzava le spalle e se ne andava, camminando verso un futuro più radioso”.
E, in fondo, è un po’ quello che sono e fanno i cani di APACA: sfortunati e messi al margine da uomini ingiusti e ipocriti, cercano di sopravvivere e superare l’abbandono, finchè non trovano altri uomini – meno ingiusti e meno ipocriti – che garantiscono loro un futuro più radioso.