Lo stiamo notando anche in APACA, ma a livello nazionale le statistiche diffuse da Aidaa confermano che – a fronte di una diminuzione dei cani abbandonati sulle strade e autostrade italiane – sono aumentati del 20% gli abbandoni in canile.
Nel 67% dei casi, a scaricare i cani in canile “sono stati anziani sopra i 70 anni che hanno dichiarato di non essere più in grado di mantenerli e di poterli accudire. E in molte occasioni, a portare il cane in canile sono stati i figli di persone che ricoverate in casa di riposo dove non sono ammessi i cani. Tra le regioni maggiormente interessate al fenomeno vi sono Veneto, Lombardia, Umbria, Toscana e Piemonte.”
E’ una situazione che, almeno in Veneto, potrebbe essere migliorata dall’approvazione del progetto di legge n.160, presentato il 28 giugno scorso da un gruppo di consiglieri regionali (tra cui il bellunese Gidoni): tra le novità che introduce c’è, infatti, anche la possibilità di accesso degli animali nelle case di riposo per fare compagnia agli anziani proprietari. Un termine, peraltro, non proprio felice quello usato dai proponenti e la Quinta Commissione, alla quale il progetto di legge è stato assegnato, farà bene a chiarire che con “accesso” non si intende il semplice ingresso in visita al ricoverato, ma bensì l’ospitalità del cane nella casa di riposo insieme al proprio compagno umano, almeno finchè quest’ultimo avrà la possibilità di occuparsene.
Anche questo sarebbe un segnale di civiltà e di giusta sensibilità. Infatti, dopo anni trascorsi in simbiosi, anziano e cane vogliono solo chiudere la vita insieme: impedirglielo non fa che aumentare la probabilità che per entrambi l’attesa della morte sia più triste e meno serena.