Un nuovo caso di avvelenamento in una laterale di via Giovanni Paolo I nel quartiere di Cavarzano a Belluno. Qualche giorno fa, un cane di piccola taglia è stato fatto uscire in giardino per i bisogni: dopo circa tre ore dal rientro in casa ha iniziato a vomitare sangue, senza che la famiglia e il veterinario subito intervenuto potessero fare nulla. Una morte orribile e dolorosissima. Nessun dubbio ovviamente sulla causa di tanto dolore: un’esca avvelenata (probabilmente con topicida) dolosamente lanciata all’interno del giardino e che il cane ha mangiato in quei pochi minuti di uscita per i bisogni.
Da tempo, il quartiere di Cavarzano è una delle zone a rischio della città di Belluno: infatti, negli anni scorsi sono stati avvelenati altri cani e sempre nei loro giardini, segno che si tratta di un gesto intenzionale e di un atto criminale premeditato. La legge in proposito è chiara: si tratta di un reato punibile ai sensi degli articoli 544-bis e 544-ter (uccisione e maltrattamento di animali) del codice penale, mentre per lo spargimento di sostanze velenose la natura delittuosa è stabilita dall’art. 14 del T.U. Leggi sanitarie che punisce tale condotta con la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da euro 51,65 fino a euro 516,46.
Nel 2015 sono stati sette i cani e due i gatti morti nel capoluogo ed esattamente nei quartieri di Cavarzano, Baldenich, Sossai e Nogarè sempre a causa dei bocconi avvelenati e dei veleni sparsi, mentre episodi analoghi – aggravati da qualche colpo di fucile- si sono verificati nello stesso anno anche in Nevegal ai danni della colonia felina che vive sul colle ormai da 10 anni.
Forse qualcuno ricorderà che l’anno scorso è uscita una ricerca dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie -IZSVE che ha indicato proprio in Belluno una delle provincie del Triveneto dove la pratica criminale degli avvelenamenti e dello spargimento delle esche è tuttora molto diffusa e dove avviene il maggior numero di avvelenamenti effettivi.
Al tema abbiamo dedicato anche una delle nostre schede (con un bel video dell’IZSVe) perchè essere informati aiuta ad evitare alcuni pericoli. Ma contro l’avvelenamento intenzionale è difficilissimo riuscire ad adottare strategie preventive e anche le forze di polizia sono in difficoltà ad individuare il colpevole. Sul piano della prevenzione, è possibile comunque adottare qualche comportamento utile, come quello di ispezionare spesso il giardino alla ricerca di sostanze sospette e sorvegliare sempre il cane quando esce sia in passeggiata, sia nel giardino di casa. Pressochè risolutivo, invece, è insegnare al cane a non mangiare ciò che trova per terra ed a rifiutare l’offerta di cibo da parte di estranei: sembra una cosa impossibile da ottenere, ma non è così perchè esistono addestramenti specifici che mirano a rendere sgradevole al cane il momento in cui decide di addentare del cibo da terra e, nell’arco di breve tempo, ottengono il risultato sperato.
Superfluo raccomandare che nel caso si rinvenga del materiale sospetto occorre immediatamente presentare una segnalazione a una qualsiasi forza di polizia.