Belluno: fuochi vietati e non solo la notte di capodanno

Belluno: fuochi vietati e non solo la notte di capodanno

Dopo Cortina, Calalzo e S.Stefano di Cadore anche il comune di Belluno ha emanato l’ordinanza che vieta fuochi pirotecnici, petardi, mortaretti e razzi.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale (Gazzettino del 29.12.2015 pag.III), in un primo momento è sembrato che nel capoluogo il divieto valesse solo per la notte di capodanno, ma un intervento di Jacopo Massaro in Facebook nel pomeriggio di ieri ha chiarito la questione: il sindaco ha, infatti, garantito che l’ordinanza vale per tutto l’anno.

Un malinteso che siamo ben lieti di chiarire, ma che si sarebbe potuto evitare semplicemente rendendo disponibile il provvedimento sul sito del Comune oppure stilando in maniera molto più dettagliata il comunicato-stampa oppure mandando una semplice e-mail a quelle associazioni che nel corso dell’estate avevano chiesto l’adozione del provvedimento. Sono sicuramente cose a cui non deve pensare il Sindaco in prima persona, ma che ci avrebbero messo nella condizione di non avere come unica fonte l’articolo di un giornale.

Ecco, quindi, il comunicato-stampa del Comune: “E’ stata firmata oggi dal Sindaco l’Ordinanza relativa al divieto di lancio di petardi, botti e artifici pirotecnici di qualsiasi genere, su tutto il territorio del comune di Belluno. Il provvedimento è stato adottato per salvaguardare la pubblica incolumità e anche in considerazione delle contingenti condizioni meteo, in riferimento alle quali si è dichiarato lo stato di grave pericolosità per sviluppo incendi boschivi. In occasione della festività di fine anno e Capodanno è uso e consuetudine effettuare l’accensione e il lancio di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti e simili, e tale condotta può incidere sensibilmente sulla sicurezza dei cittadini per il loro utilizzo spesso incontrollato anche da parte di minorenni. Gli articoli pirotecnici, inoltre, contengono sostanze esplosive o simili che creano pericolo per la cittadinanza e comportamenti imprevedibili per gli animali (notoriamente sensibili ai forti rumori), provocano inquinamento atmosferico e disturbo alla quiete pubblica e possono favorire lo svilupparsi di incendi boschivi o danni alla vegetazione urbana.
Per tutti questi motivi, l’Ordinanza vieta su tutto il territorio comunale di far esplodere petardi, botti e artifici pirotecnici di qualsiasi genere.”

Ovviamente c’è da essere contenti del fatto che finalmente l’ordinanza sia stata emanata e che l’inciviltà dei fuochi e dei botti sia stata messa al bando. La domanda, allora, è: PER SEMPRE?

Ottocentocinquanta comuni piccoli e grandi (v. a fianco la cartina di L’Italia che #Buttaibotti)  hanno assunto il divieto soprattutto per i danni che fuochi, petardi e botti arrecano alla fauna selvatica e domestica. Nella decisione improvvisa -quanto graditissima- dei sindaci bellunesi -come, ad esempio, quello di Feltre – non sappiamo, però, esattamente quanto sia stato decisivo l’allerta emanato dalla Regione qualche giorno fa e ripreso anche dalla Prefettura, un allarme originato dalla siccità e che riguarda i fuochi accesi nelle campagne, come quelli pirotecnici.

Capire quanto di “occasionale” c’è nell’origine dei provvedimenti e quanto, invece, il divieto possa essere considerato acquisito al patrimonio culturale e di civiltà delle nostre città è una domanda alla quale daranno risposta soltanto le decisioni che verranno assunte a dicembre del 2016: se la prevenzione degli incendi sarà stata solo una concausa, allora le ordinanze dovranno essere riconfermate con la sola motivazione della pericolosità per gli uomini e per tutti gli animali.

Qualche preoccupazione al riguardo ci viene dalla dichiarazione resa, ad esempio, dal Sindaco Massaro alla stessa testata da cui avevamo appreso la notizia. “E’ il primo anno che emaniamo l’ordinanza -spiega Massaro- perchè in passato non si era mai presentato il rischio incendi. Questo è un motivo valido per vietare i botti, perchè i bellunesi sono gente attenta al proprio territorio perciò con tutta probabilità rispetteranno anche la norma. Vietare qualcosa e poi non avere i mezzi per far rispettare il divieto è controproducente, perchè indebolisce l’autorevolezza delle forse dell’ordine. In questo caso, invece, i cittadini so che contribuiranno con il loro buon senso.”

Sembrerebbe, quindi, che il diritto della fauna selvatica, degli animali domestici, ma anche di tanti pensionati e bambini a “non avere paura” non sarebbe stata una ragione sufficiente a motivare, da sola, l’adozione del provevdimento, visto che secondo il sindaco un’ordinanza di divieto di botti, petardi e fuochi non accompagnata da una adeguata sorveglianza non solo non servirebbe a nulla ma sarebbe addirittura dannosa, poichè indebolirebbe “l’autorevolezza delle forze dell’ordine”. Come tutte le opinioni, noi rispettiamo anche questa, ma ci permettiamo di dissentire totalmente: una norma non viene rispettata solo perchè c’è molta probabilità che un pubblico ufficiale sia in zona, ma ottiene rispetto anche se percepita come “norma di giustizia” o, più semplicemente, se c’è la percezione che la rete democratica delle relazioni tra le persone possa pretenderne il rispetto.

Noi pensiamo che la città di Belluno sia pronta per un divieto definitivo e perenne nell’uso di botti, petardi, fuochi artificiali e pirotecnici, ma sia pronta anche ad affrontare la discussione e il confronto su un nuovo Regolamento comunale che si occupi in maniera nuova ed efficace del benessere degli animali e della loro convivenza con la collettività cittadina. Botti-uccelloL’augurio che facciamo ai nostri amici animali, a tutti noi e anche a Lucia Olivotto, Vice Sindaco del comune capoluogo – con la quale è in essere da tempo un bel dialogo sul benessere animale – è che il 2016 sia per l’amministrazione della città di Belluno l’occasione per dimostrare davvero la giusta attenzione verso le ragioni di tutti gli animali (umani compresi) presenti sul territorio comunale, le cui sorti e il cui benessere stanno a cuore a migliaia di cittadine e cittadini.