Ci sono tanti aspetti della vita degli animali che, in questo momento, risentono delle disposizioni di contenimento della diffusione del Covid-19. In particolare, la Regione Veneto ha chiarito alcuni comportamenti da tenere in merito alle attività collegate alla caccia, ma anche al recupero di animali selvatici. A darne notizia è il consigliere regionale Andrea Zanoni, che sottolinea come, di fatto, tutto sia bloccato (il prelievo venatorio, le attività di censimento faunistico) tranne i piani di contenimento e eradicazione di determinate specie (Cinghiali e nutrie) e il recupero animali.
Sia il recupero di capi rinvenuti morti anche a a seguito di impatti con automezzi, sia la raccolta e lo smaltimento delle carcasse, sia il recupero di capi feriti o in difficoltà e il loro eventuale trasporto presso i centri di recupero sono, dunque, considerate attività di pubblico servizio. Ma il dipartimento Agroambiente della Regione fa, purtroppo, una distinzione, invitando a “distinguere, pur nel rispetto della sensibilità di cittadini eventualmente presenti al rinvenimento, il diverso regime di tutela tra specie soggette a piani di controllo e contenimento a fini di eradicazione ed altre specie”.
Il Ministero della Salute ha ovviamente sospeso, sino al 3 aprile 2020 (ma è scontata la proroga), le gare e le prove cinofile e tutte le attività nelle zone di allenamento ed ha vietato tutti i trasporti di animali non destinati ad attività riproduttive e zootecniche, salvo che il trasporto non sia legato a esigenze connesse alla salute e al benessere stesso degli animali (ad es., il rientro nel luogo usuale di detenzione o gli spostamenti presso una struttura veterinaria per le cure veterinarie necessarie).