Canili-rifugio: come funzionano

Canili-rifugio: come funzionano

Il primo report redatto nell’ambito del progetto “Reinserimento sociale di cani ospitati presso canili: analisi etica e conoscenze preliminari per lo sviluppo di un protocollo di selezione nell’ambito degli interventi assistiti con gli animali” dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie fornisce qualche informazione anche sul funzionamento dei canili-rifugio e sulle professionalità che vi operano.

Un considerevole gruppo di intervistati (23,66%) dichiara di operare in un canile che ospita un numero di cani compreso fra 26 e 50, frequentate da operatori di canile, operatori cinofili/educatori cinofili/istruttori cinofili/riabilitatori cinofili e anche da medici veterinari senza specifica formazione come comportamentalisti, che risultano presenti solo in poche realtà (Apaca è tra queste).

Quali fra le figure professionali elencate di seguito operano all’interno del canile/rifugio?Presente (%)Assente (%)
Operatore di canile (senza specifica formazione)89,9010,10
Operatore cinofilo/educatore cinofilo/istruttore cinofilo/ riabilitatore cinofilo80,4919,51
Medico veterinario (senza specifica formazione come comportamentalista)71,4328,57
Medico veterinario comportamentalista28,9271,08

Il 67,25% degli intervistati fa presente che nella struttura in cui opera la modalità di accesso al canile scelta prevede che durante gli orari di apertura del canile i visitatori siano accompagnati nella visita ai box ritenuti rilevanti dagli operatori: il pubblico, quindi, generalmente non può girare liberamente fra i box (solo nel 13,59% dei casi la circolazione tra i box è libera, mentre il 16,38% degli intervistati indica che gli operatori accompagnano i cani fuori dall’area box per farli incontrare con il pubblico). Alla domanda “Viene compilata una scheda informativa per ciascun cane nel canile/rifugio dove opera?” il 79,79% dei rispondenti risponde affermativamente.

Anche riguardo ai programmi di formazione realizzati all’interno del canile la maggior parte degli intervistati (57,14%) risponde affermativamente, anche se appare davvero ancora troppo alta (32,40%) la percentuale di chi dichiara l’assenza di attività formativa all’interno del canile.