Qualche giorno fa abbiamo raccontato delle “donne di APACA” e della correlazione tra le violenze perpetrate sugli animali in nome dell’antropocentrismo e quelle causate alle donne dall’androcentrismo. Le prove arrivano da ricerche e studi americani, ma anche in Italia si comincia ad affrontare una questione che è centrale per la civiltà.
Dopo l’interessantissimo Report curato dal Corpo Forestale dello Stato uscito nel maggio scorso, che delinea – forse per la prima volta in Italia – il profilo zooantropologico comportamentale e criminale del maltrattatore e uccisore di animali, arriva, ora, dagli Stati Uniti – Paese in cui il maltrattamento di animali è un “top crime”- l’ulteriore conferma dell’esistenza di un collegamento (Link), in termini di predicibilità, tra i maltrattamenti agli animali ed i reati contro le donne e i bambini.
Il Report italiano ha dimostrato che la crudeltà fisica su animali è tra i sintomi del Disturbo della Condotta, che è l’anticamera del Disturbo Antisociale in età adulta; ora gli studi statunitensi confermano che chi compie atti di crudeltà sugli animali ha una elevata probabilità di reiterarli sugli esseri umani. E’ per questo che negli Stati Uniti il Link tra crimini contro gli animali, violenza interpersonale e ogni altro comportamento antisociale, è da tempo entrato a far parte delle attività di profilazione criminale.
In Italia, purtroppo, non è ancora così: del resto negli USA sono quasi cent’anni che se ne parla, mentre nel Bel Paese è solo dal 2009 che scienziati come Francesca Sorcinelli, Presidente di Link-Italia, operano per compensare le gravi lacune culturali e sociali che ancora esistono su questa correlazione tra maltrattamenti di animali e violenza interpersonale, devianza e crimine.
In un’intervista rilasciata l’anno scorso a “Note modenesi” la Sorcinelli spiega come questa correlazione sia ampiamente utilizzata anche nella criminalità organizzata: “Nell’ambito della zoocriminalità minorile, l’addestramento dei bambini che vengono reclutati per diventare delinquenti in futuro, è tutto basato su esperienze di maltrattamento di animali. Si fa affezionare un ragazzino ad un animale, spesso cane o gatto, e poi lo si costringe ad ucciderlo o assistere all’uccisione, proprio quando il minore è al massimo del legame di affezione con l’animale stesso. Si deve innescare un processo di desensibilizzazione e deumanizzazione, il ragazzino deve diventare quindi un sociopatico. Paradossalmente la criminalità organizzata è un passo avanti, in senso negativo, rispetto alla società civile ed istituzionale che ancora il LINK non lo ha colto e non lo sta utilizzando in senso positivo, ossia prevenire e contrastare i reati”.