Cani, comuni e Ulss: pessimi dati sotto tutti i profili
Il mese di settembre per molti rappresenta un periodo in cui fare bilanci dopo la spensieratezza o la frenesia dei mesi estivi. E allora eccoci qui anche noi a stilare un resoconto sull’andamento del rapporto uomo-cane in Italia. Un andamento che, stando ai dati di Legambiente e ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) non è purtroppo dei più soddisfacenti.
Secondo il XIII Rapporto Animali in città di Legambiente, infatti, la gestione degli animali da affezione nelle città italiane presenta un quadro piuttosto lacunoso. Il report raccoglie le risposte di 771 amministrazioni comunali e 46 aziende sanitarie che hanno compilato il questionario inviato da Legambiente in tutta Italia per l’anno 2023. Partiamo con i numeri riguardanti l’abbandono, seppure i dati siano parziali (in totale le amministrazioni contattate sono 7.901 e le aziende sanitare 110): nel 2023 sono stati 85.000 i cani abbandonati e 358.000 i randagi, anche se l’ANMVI sottolinea che più che il fenomeno dell’abbandono canino sono in aumento i casi di rinuncia della proprietà degli animali. In poche parole, è maggiore il numero dei cani che vengono portati in un canile, oppure per i quali i proprietari cercano una nuova famiglia, rispetto a quelli semplicemente lasciati a loro stessi.
Altra nota dolente del report di Legambiente riguarda una questione legata proprio al possesso di un cane, ovvero l’anagrafe canina: solo il 41% dei Comuni (316 sui 771 che hanno risposto) conosce il numero complessivo dei cani iscritti all’anagrafe del proprio territorio, pari a 1.812.008 cani. Anche i servizi sembrano essere ancora carenti: solo il 33,3% dei comuni dichiara la presenza di spazi dedicati agli animali d’affezione e le aree per i cani risultano in tutto 1.602.
In Italia non mancano le buone prassi e gli esempi virtuosi – che noi di Apaca cerchiamo sempre di scovare e raccontare – ma il report ha evidenziato anche lentezze, ritardi e difficoltà riguardanti monitoraggi, regolamentazioni, controlli e servizi appositi per gli animali, nonostante la spesa pubblica del 2023 ammonti a 248 milioni di euro (il 7,4% in più rispetto al 2022). Come fare per migliorare la situazione? Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, e Antonino Morabito, curatore del rapporto, è necessario che vi siano sinergia e collaborazione sia a livello istituzionale e civico sia a un livello più globale, che vede interconnessi il benessere umano, il benessere animale e quello ambientale e lavorare per riuscire a prevenire, più che curare, i tanti problemi che l’Italia deve ancora affrontare nella gestione degli animali che ci fanno qualcosa di più di una semplice compagnia.