Nelle vicinanze della leggendaria città egiziana di Berenice un gruppo di archeologi dell’Accademia Polacca delle Scienze ha scoperto un un cimitero di animali da compagnia che risalirebbe al I secolo d.C. Quasi 600 le sepolture trovate, soprattutto di gatti (il 90%) ma anche di cani e di scimmie.
In un primo momento gli scienziati avevano pensato ad una discarica, ad una tomba collettiva dove buttare i cadaveri degli animali morti. Ma l’ipotesi è stata abbandonata dopo ricerche più accurate. Infatti, sono almeno tre gli aspetti particolari su cui oggi si soffermano gli archeologi: innanzitutto il fatto che non ci siano anche resti umani nel sito, ma solo sepolture di animali; in secondo luogo, che gli animali non siano stati mummificati; e, infine, che ogni animale da compagnia abbia una propria tomba (in genere piccoli sarcofaghi) e che i cani e i gatti indossino quasi tutti dei collari con ornamenti di vetro, di ceramica o di stoffa.
Si tratta di animali da compagnia, che i proprietari certamente utilizzavano anche per scopi più utilitaristici rispetto ad oggi, come, ad esempio, la caccia ai topi o la difesa della casa. Per tutti questi animali c’è stato, però, un momento di forte gratitudine per il ruolo (anche affettivo) avuto nella vita dei proprietari e la sepoltura singola così come gli ornamenti lo stanno a dimostrare.
Molti di questi scheletri portano, poi, i segni di un trauma, di malattie o di un’età avanzata: doveva quindi essere molto forte il legame emotivo tra i proprietari e i loro cani e gatti, se di loro si prendevano cura anche in vita, nutrendoli senza essere ripagati da attività utili.
Quello di Berenice è, quindi, un vero e proprio (e il più antico) cimitero per animali domestici: e pensare che dopo 2000 anni certe comunità occidentali sono ancora alle prese con l’ammissibilità morale dei cimiteri per gli animali non umani!