Sono una ex insegnante di scuola elementare. Dopo aver vissuto quarant’anni della mia vita con i bambini ho potuto leggere nella mia esperienza didattica l’evolversi di questa “piccola giungla umana” che si affaccia al domani. Non ho titoli specifici, non sono un’educatrice cinofila né una psicologa ma mi ritengo esperta in quanto attenta osservatrice di quanto sta accadendo intorno a noi.
Siamo circondati da guerre e soprattutto da crudeltà e violenza. E purtroppo, stanno aumentando anche le segnalazioni di casi di maltrattamento di animali da parte di bambini e adolescenti che spesso sfogano sugli esseri più indifesi la loro violenza acquisita da modelli sbagliati, come possono essere tristemente la famiglia, certe compagnie o i social. La crudeltà infantile verso gli animali è un aspetto del rapporto bambino – animale da non sottovalutare. Molte ricerche, infatti, hanno evidenziato che spesso tale crudeltà porta, in età adulta, ad una violenza soprattutto verso donne e bambini.
Il mio amore verso gli animali, ed in particolar modo verso i cani, sicuramente ha radici nella mia infanzia e, non molto tempo fa, sono rimasta sconvolta davanti a un episodio orribile e, spaventata, mi sono chiesta “E’ davvero possibile giocare a calcio scambiando il pallone con un gattino, vederlo morire agonizzante e non provare alcun sentimento di dolore o vergogna?”.
E’ assodato che tutte le nostre capacità, sia logiche che intellettive, vanno educate. Sono cresciuta in una famiglia dove non sono mai mancate le carezze, l’amore e soprattutto il rispetto verso quel cane o quel gattino incontrato per strada e sono assolutramente convinta che sia fondamentale insegnare ai bambini ad avere fin da piccoli un rapporto empatico con gli animali. Diamo per scontato che l’amicizia tra l’uomo e il cane sia iniziata in un tempo lontano grazie a un lento processo di domesticazione, ma addomesticare un cane non vuol dire sopraffarlo o essere, nel bene e nel male, padrone della sua vita. Come rispose la volpe ne Il Piccolo Principe: “Addomesticare è una cosa da molto dimenticata, vuol dire creare dei legami. Se tu mi addomestichi tu sarai per me l’unico al mondo e io sarò per te l’unica al mondo“.
E’ con questo spirito che ritornerò nella scuola. Il mio lavoro con i bambini della quinta classe della Scuola di Quartier Cadore sarà solo una goccia in mezzo al mare ma spero sia un input per questi adulti di domani a comprendere quanto sia bella la non violenza e quanto sia esaltante crescere nel rispetto reciproco per costruire un mondo un po’ meno sbagliato.
Ringrazio l’insegnante della classe, Claudia Collazuol che ha fortemente voluto questo progetto e con la quale cercheremo di far percorrere ai bambini il sentiero verso l’empatia: ed è sicuro che un aiuto ci verrà dato anche dal materiale che riporta i musotti e le espressioni di alcuni dei cani conosciuti al rifugio di Apaca, dove in primavera tutta la classe sarà ospitata.