Un’adozione davvero speciale per un cane nato libero
Ha vagato da ottobre 2022 ad aprile 2023 dopo essere sfuggita al controllo di una stallante bellunese a cui era stata consegnata da un canile di Vibo Valenzia per essere adottata in zona. Per dormire aveva scelto l’area della stazione ferroviaria di Belluno, circostanza di cui Apaca aveva subito segnalato la pericolosità anzitutto per l’incolumità del cane: i Servizi Veterinari dell’Ulss 1 Dolomiti, soprattutto attraverso l’attività della dott.ssa Maria De Salvador, avevano attivato un monitoraggio per individuare il miglior modo per metterla in sicurezza, ma Mia – così si chiamava la cagnetta – aveva la giusta esperienza per continuare il suo vagabondare. Due volontari di Apaca – che fanno anche parte del personale ferroviario – avevano iniziato ad alimentarla due volte al giorno e a fidelizzarne il comportamento, sensibilizzando contemporaneamente macchinisti e operatori delle Ferrovie dello Stato, che per tutto il periodo non solo avevano moltiplicato l’attenzione nella movimentazione dei treni, ma anche segnalato la presenza del cane nei vari punti del nodo ferroviario, agevolando in tal modo la formazione di percorsi più sicuri per Mia.
Ci sono volute parecchie settimane perché i volontari di Apaca riuscissero ad instaurare un contatto minimo e soprattutto a cadenzare a un orario fisso il rientro della cagnetta nell’area della stazione per il pasto. Alla fine, a metà aprile 2023 Mia era entrata nella gabbia autocatturante che per mesi aveva snobbato ed era stata affidata ad Apaca, che ne aveva preteso il trasferimento in proprietà per evitare altri comportamenti irresponsabili da parte del canile calabrese e della stallante bellunese.
Da quel giorno Mia ha anche cambiato nome: l’associazione, infatti, l’ha chiamata Geigei che, poi, non è altro che un pezzetto del nome dell’orsa trentina (JJ4) che proprio in quei giorni del 2023 la parte migliore del Paese era riuscita a salvare dall’abbattimento. Ha trascorso in rifugio il tempo necessario a superare la paura e la diffidenza, prima accorciando lentamente le distanze dai volontari che si prendevano cura di lei, poi facendosi toccare e, infine, iniziando a camminare al loro fianco, dapprima libera e poi con pettorina e guinzaglio. Ci sono voluti molti mesi per un percorso di recupero che si è basato – come sempre accade in Apaca – non sulla forzatura e l’imposizione ma sulla libera volontà del cane di acquisire comportamenti che lo rendano adatto all’adozione.
E quando questa meticcia mite e timorosa (forse per la prima volta nella sua vita di randagia) ha deciso di fidarsi degli umani che aveva intorno è nato un cane dolcissimo, disponibile a seguire chi (persona o consimile) poteva aiutarla ad imparare la convivenza in una comunità che non le chiedeva mai sottomissione ma le offriva sostegno, rispetto e amore. Una delle migliori opportunità che potessero offrirsi a Geigei era che fosse proprio una volontaria ad adottarla, poiché ciò avrebbe ridotto di molto lo stress del cambio di partner umano. E così è stato. Francesca ha dato a Geigei la chance che meritava: una famiglia amorevole, un consimile a cui Geigei può far riferimento, una casa senza alcun divieto, passeggiate in natura, un giardino grandissimo in cui perdersi ad annusare e dove rifugiarsi nei momenti in cui ritorna il suo passato di randagia defilata dal mondo.
Sono pochissime le famiglie che sono in grado di adottare cani come Geigei e che soprattutto sanno tarare la convivenza sui ritmi del cane e non sulle proprie aspettative o esigenze, rendendo così l’adozione equilibrata e riuscita. Francesca vivrà un’esperienza sicuramente impegnativa ma unica, in attesa di quel momento straordinario cui Geigei finirà con l’affidarsi totalmente a lei mostrandole tutta la riconoscenza che merita una persona che l’ama nell’unico modo in cui i cani nati liberi accettano di essere amati.