Si chiamava Brik, era un meticcio nato nel 1999 e quando arrivò in rifugio aveva l’asma, provocata – si disse- dal fumo che aveva respirato nella casa di Auronzo dove aveva passato i primi 6-7 anni della sua vita. Fu adottato da una famiglia di Calalzo di Cadore, con la quale ha vissuto fino alla morte, famiglia che poi ha adottato un altro cane del rifugio e che, nell’occasione, ci ha ricordato la storia di questo meticcio “vittima del fumo”.
Smettere di fumare è tra i propositi più diffusi: chi dice che smetterà a 50 anni, chi quando arriva un figlio e qualche altro se smette anche il partner. Ma smettere di fumare, a volte, rimane solo un buon proposito perchè l’intenzione c’è ma manca qualcosa per far scattare la volontà!
Ora un motivo in più c’è: il fumo passivo fa male anche agli animali che vivono nelle nostre case! Qualche anno fa l’Ordine dei veterinari di Milano ci ha addirittura costruito una campagna informativa, diffondendo una serie di dati davvero interessanti.
Negli animali domestici le principali cause di patologie legate al fumo passivo (che, come è noto, ha un’elevata concentrazione di sostanze cancerogene) sono l’inalazione e il contatto diretto con i residui ambientali del fumo, che si depositano sul suolo, sui mobili, sui tessuti e sul pelo degli animali, esponendoli a gravi rischi.
Secondo l’Università di Glasgow, gli animali domestici sono più a rischio degli esseri umani per quanto riguarda le patologie da fumo passivo, dato che passano più tempo in casa dei proprietari, che sono spesso fisicamente vicini al fumatore (accanto o in braccio) e che sono maggiormente a contatto con le superfici in cui si depositano i residui. Un altro pericolo per gli animali domestici è l’ingestione di mozziconi: la nicotina assunta per via orale è, infatti, un veleno neurotossico ed è frequente che, soprattutto i cani, attirati dalla saliva umana, ne ingeriscano una quantità potenzialmente letale.
Generalmente, i cani sono più esposti ai tumori di naso e polmoni, mentre i gatti ai tumori del cavo orale per via del “grooming”, ovvero la costante cura del pelo che mette in contatto le mucose orali con i residui rimasti sul pelo. Ma sono riconducibili al fumo passivo anche i linfomi e le irritazioni dell’apparato respiratorio, dall’asma alle bronchiti croniche fino alle polmoniti.
Le sigarette hanno effetti negativi anche sui conigli da compagnia, sui canarini e sui pappagalli. Il fumo passivo, infatti, è particolarmente dannoso per i volatili perché sono dotati di un tratto respiratorio molto sensibile: le sigarette possono causare un accumulo di fluidi e portare alla polmonite, che spesso è letale.
Se proprio non si riesce o non si pensa neppure lontanamente di smettere – perchè (diciamolo) fumare è piacevole o almeno così ci fa credere il nostro sistema mesolimbico dopaminergico stimolato dalla nicotina – almeno non fumiamo in casa e negli ambienti chiusi, svuotiamo subito il posacenere e laviamoci le mani dopo aver fumato e prima di toccare il nostro ignaro e incolpevole “migliore amico”!